Si è concluso con successo il festival americano che “apre le danze” alla stagione dell’Award season cinematografica, il New York Film Festival, quest’anno ormai giunto alla sua 52esima edizione. Nel corso delle giornate (26 settembre-I2 ottobre) sono state presentate una serie di pellicole destinate ad ottenere l’attenzione e la curiosità della critica e del pubblico, tra cui Time Out of Mind di Oren Moverman che sarà presentato al prossimo Festival del Cinema di Roma e che vede protagonista uno straordinario Richard Gere, in quella che è stata definita la migliore interpretazione della sua carriera dopo aver ricevuto l’anno scorso il plauso dei giornalisti della stampa estera per la sua interpretazione nel film “La frode” (Arbitrage) che gli ha permesso di ottenere una nomination ai Golden Globe come miglior attore protagonista. Il merito di Moverman sta soprattutto nella sua grande capacità di far emergere da ogni attore una freschezza e una credibilità unica e rara, come era già successo con Woody Harrelson, protagonista dell’apprezzato Oltre le regole-The Messenger che grazie a questo film aveva ottenuto la sua prima candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista come pure lo sceneggiatore italiano Alessandro Camon che assieme al regista era riuscito ad ottenere una nomination all’Oscar come miglior sceneggiatura originale. Tra gli altri film presentati durante le giornate del Festival spiccano il “Mr.Turner” di Mike Leigh con il bravissimo caratterista Timothy Spall, giustamente premiato come miglior attore all’ultimo Festival di Cannes, e poi Ineherent Vice di Paul Thomas Anderson (in italiano sarà tradotto con il titolo Vizio di forma) con protagonista Joaquin Phoenix che interpreta in una Los Angeles anni 60, un curioso investigatore privato che si trova immischiato in una serie di bizzarri eventi a contatto con un gruppo colorito di personaggi unici e stravaganti,e ancora Pasolini di Abel Ferrara e il “nostro” Le meraviglie di Alice Rohrwacher, la cui proiezione è stata seguita da sonori e numerosi applausi.
Danilo Canzanella
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