Al via il tour che vedrà protagonista il meraviglioso Bella e Perduta

Partirà dal Cinema Classico di Torino, con la proiezione di preapertura della 33esima edizione del TFF, il tour del nuovo film di Pietro Marcello.

Al via oggi il tour che vedrà in proiezione il nuovo film di Pietro Marcello Bella e Perduta, con l’anteprima al Torino Film Festival, alle 20:30 al Cinema Classico. Proseguirà, poi, passando per Napoli, Roma, Milano, Bologna, Caserta, dove oltre alla proiezione del film vi sarà un incontro del pubblico con il regista Pietro Marcello e altri ospiti.
Il film sarà inoltre in programmazione nelle sale delle principali città italiane a partire da giovedì 19 Novembre 2015.

L’opera di Marcello, che dà luce a una bellissima fiaba originale, delicata e commovente, é un chiaro esempio di come ci si possa ancora sentire orgogliosi del cinema italiano.
A metà tra documentario e film, Marcello ci immerge in un mondo magico, che proprio in virtù dell’atmosfera d’incanto che pervade l’intera opera, riesce a trasmettere perfettamente l’amaro contrasto tra il valore di una terra meravigliosa, quale è l’Italia, di chi la abita e della natura che lo ospita, e i danni che l’egoismo, il materialismo, gli interessi individuali dello stesso uomo, sono in grado di apportarle.
Ed è a un bellissimo Pulcinella che viene affidato il compito di accompagnarci a prendere coscienza di questa contraddizione, tra pregio e responsabilità, tra talento e colpa, tra bello e perduto.
Una maschera bianca e triste che può farlo soltanto in quanto non del tutto umana, portandoci con lui nell’affascinante viaggio che intraprende insieme a Sarchiapone, un bufalotto prescelto, la cui sorte sarebbe stata nefasta senza l’intervento di Tommaso Cestrone, uomo di rara virtù, che oltre ad essersi occupato da volontario di curare e difendere la reggia di Carditello dal vandalismo e dalle brutalità della camorra, che nell’indifferenza del governo era passata da essere patrimonio culturale a luogo decadente e in disfacimento, esprime prima di morire il desiderio che questo venga tratto in salvo da un destino di morte certa, in quanto essere inutile perché non proficuo.
Sarchiapone, dotato di pensiero e di parola, incarna una natura che assume così un punto di vista proprio, una natura di cui l’uomo é figlio, creatura che le appartiene, un figlio spesso egoista e accentratore, prepotente e irrispettoso, che nonostante tutto è parte di lei e da lei amato, tanto che il regista descrive le conseguenze malsane e sfavorevoli del suo agire, durante il percorso effettuato dai due durante il viaggio, quasi fossero le marachelle di un bambino discolo, ma lo rappresenta in fin dei conti attraverso delle figure sostanzialmente positive: un guardiano altruista e amorevole, un pastore scontroso quanto genuino, una maschera dolce, che rivela le sue debolezze nel momento in cui assume sembianze umane. Figure imperfette nella loro umanità, ma tutte belle da vedere e da vivere, nelle quali lo spettatore si identifica, autentiche e piene di anima, quasi a lasciare la speranza che poi alla fine, tutto perduto non sia.
E che magari un giorno non sia necessaria una favola perché si possano condividere con Madre Natura, spazi comuni, relazioni, rumori, silenzi, odori, per dormire insieme nella stessa alcova, che non ci sia bisogno di un incantesimo che dia la parola a un bufalo per trovare un linguaggio comune, che alla fine possa esistere un mondo in cui l’uomo si liberi dalla prigione del proprio egoismo, della propria brama di potere e del suo attaccamento alla materia.
Un mondo meraviglioso che abitiamo di già, e che sarebbe facilmente accessibile se fossimo noi a evolverci e finalmente deciderci a crescere, che vediamo straordinariamente dipinto dai colori e dalle luci che illuminano luoghi e spazi sapientemente scelti da Pietro Marcello, inquadrati da una grande fotografia, un mondo potente che ci accoglie e ci protegge, pur non essendo in grado di sottrarci al nostro destino.

Roberta Girau

 

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