«È proprio un mito infinito!»
Chi poteva immaginare all’inizio degli anni ’80 che una tale idea, quella di un ragazzo e uno scienziato lunatico viaggiatori del tempo con una DeLorean, potesse risultare tale ancora oggi?
Di certo non la Disney. Quando le venne proposta la sceneggiatura, come racconta Bob Dale, sceneggiatore insieme al futuro regista della trilogia Robert Zemeckis, la bocciò subito, perché si parlava di “incesto”.
Davvero strano che la Casa il cui motto principale è “se puoi sognarlo, puoi farlo” abbia detto no ad un’opera così fantasiosa, eppure…
Meno male che ancor oggi ma soprattutto allora, non detengono il monopolio dell’intrattenimento, così la Columbia Pictures ha invece capito le potenzialità dell’opera, e infatti ancor oggi ne stiamo a parlare. Non solo grazie alle mai stancanti repliche che la tv ci ripropone ogni anno, ma adesso pure con “Back in time”, un documentario realizzato nel 2015 e disponibile finalmente in Italia grazie alla distribuzione della Koch Media.
Diretto da Jason Aron, il film parte appunto dal principio, dalla lavorazione e poi realizzazione, non solo con le parole di Bob Dale, ma anche Zemeckis, Steven Spielberg (produttore esecutivo), Huey Lewis e Alan Silvestri (misiche), Frank Price (Columbia Pictures) e naturalmente buona parte del cast.
Michael J. Fox e Christopher Lloyd non hanno certo bisogno di presentazioni, così come Lea Thompson (Lorraine), Donald Fullilove (Goldie Wilson) e Claudia Wells (Jennifer).
A parlare della trilogia non sono soltanto gli addetti ai lavori, ma anche tantissimi fan. I fortunati che hanno comprato una delle poche DeLorean prodotte, uno milionario capace di ottenere una delle 7 DeLorean e ad altre vetture utilizzate nei tre film tanto da realizzare un incredibile museo personale, e una storia veramente strappalacrime.
A un uomo malato di cancro nel 2000 avevano dato sei mesi di vita, così decise di dare fondo alle sue carte di credito per realizzare il suo sogno, costruire una DeLorean identica a quella di Ritorno al futuro.
Ed eccolo qui, nel 2015, a raccontarci di come in questi anni abbia voluto ripagare il fatto di essere sopravvissuto, usando quella macchina personalizzata per raccogliere fondi per la fondazione di Michael J. Fox per i malati di Parkinson.
E non poteva mancare una parte sul “futuro di Ritorno al futuro”, cioè le innovazioni scientifiche presenti nei tre film, come lo skateboard hoverboard, che oggi cercano di realizzare veramente.
“Back to the future” è un mito citato e omaggiato più e più volte, e due esempi mostrati nel documentario sono un episodio di American Dad, ma anche uno della recente serie animata “Rick e Morty”, il cui co-creatore Dan Harmon è anche intervistato in esso.
Documentario che al contrario di altri non è stato doppiato sopra le voci degli intervistati, perciò visualizzabile in Inglese 2.0 DTS – HD Master Audio (per quel che riguarda la versione Blu-ray) con sottotitoli e menù in Italiano, il tutto per una durata di 95’.
Valerio Brandi
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