Barry Seal e la sua storia troppo Americana

Doug Liman racconta una vicenda della Guerra Fredda con un Tom Cruise frizzante come al solito, forse anche troppo per quel che ha veramente rappresentato.

Doug Liman, regista di Mr. & Mrs. Smith, torna a dirigere Tom Cruise dopo “Edge of Tomorrow – Senza domani” e lo inserisce in un ruolo tanto caro al sempreverde attore americano: quello del pilota di aeroplani.
Dopo Maverick ora è Barry Seal, uno di quei personaggi realmente esistiti ma che difficilmente vengono raccontati nei libri di storia. Certo, è apparso recentemente nella fortunata serie tv esclusiva Netflix Narcos, ma per una sola puntata, quindi, chi non ha letto di lui in passato o non ha mai visto quell’episodio della serie, la storia di Barry Seal volerà su di lui come un’assoluta novità raccontata dalla sceneggiatura di Gary Spinelli in maniera decisamente dettagliata e movimentata. Forse anche troppo da quest’ultimo lato, ma andiamo con ordine.

Adler Berriman Seal era un pilota di talento che per arrotondare aveva intrapreso un illegale contrabbando di sigari cubani durante i suoi voli di linea. Scoperto dalla CIA, invece di finire in prigione gli viene proposto di lavorare per loro fotografando i nemici rossi in Sudamerica, grazie ad un aereo-spia. Compito rischioso, che diventa ancor più gravoso quando il cartello di Medellín lo costringe a sua volta a fare uno sporco lavoro, cioè trafficare cocaina dall’America Latina alla Florida. E come se non bastasse, ecco anche rifornimento di armi e introduzione di guerriglieri sulla sua grande tenuta per addestrare nuovi nemici del comunismo. Tutto questo per cosa? Soldi, soldi a non finire, Barry non sa più dove metterli e forse anche perché non ha mai letto Carl Barks o Don Rosa
Un paradiso di contrabbando tutelato dalla Guerra Fredda, ma quanto durerà questo precario equilibrio?

Quasi due ore di film per raccontare una storia complessa e travagliata. Liman e Spinelli non lesinano sui dettagli, non fanno sconti a nessuno di quel periodo storico, non solo a Pablo Escobar e la sua “famiglia”, ma soprattutto a Ronald Regan, a Bill Clinton e a George W. Bush (un piccolo cameo che rimanda a l’inchiesta per i “Killian documents“).

In tutto questo, Tom Cruise si dimostra essere in forma come il miglior Ethan Hunt, quindi, è lecito chiedersi, era il profilo giusto per questo genere di storia e personaggio?
Forse l’America non può proprio fare a meno degli eroi e vuole raccontarli al cinema anche se in realtà non lo sono davvero. Perché Barry Seal sarà anche stato costretto a fare certe cose, ma questo non sminuisce i danni che ha provocato aiutando droghe ed armi a volare su e giù per un continente.
O forse Liman ha voluto dare un messaggio allo spettatore in maniera molto nascosta e particolare, perché le cose come abbiamo già fatto intuire non andranno sempre bene al protagonista, quindi l’umorismo come il “bel gioco” a un certo punto finisce, il crimine non paga.

Ma senza troppi discorsi dobbiamo comunque essere soddisfatti dell’uscita di questo film che anche grazie alle musiche di Christophe Beck non farà mai staccare gli occhi dello spettatore dallo schermo, e ribadendo l’importanza storica di questa pellicola invitiamo tutti a vederla in Italia a partire da giovedì 14 settembre 2017.

Valerio Brandi

 

You must be logged in to post a comment Login

Leave a Reply