Benvenuti a Zootropolis: gli animali come non li avete mai visti!

Recensione in anteprima del nuovo film della Disney, un po’ Robin Hood e un po’ Basil l’investigatopo, ma con tante altre divertenti e geniali novità.

Da San Fransokyo a Zootropolis. Dopo il successo di Big Hero 6, con tanto di premio Oscar conquistato, la Disney ci riprova creando una nuova città immaginaria, ancor più fantasiosa della precedente.
Originale, ma fino a un certo punto.
Sotto certi aspetti Zootropolis non è altro che la versione moderna della Disneyana Nottingham del 1973.
Non solo perché tornano gli animali parlanti, ma soprattutto tornano in versione antropomorfa in maniera del tutto nuova.
In questa metropoli gli animali camminano su due zampe, indossano vestiti, non hanno alcun contatto con l’uomo… e sono animali.
Se nel capolavoro di Wolfgang Reitherman Robin Hood e Little John si consideravano esseri umani nonostante apparissero come una volpe e un orso, a Zootropolis e dintorni ogni animale si considera tale, vi sono 6 quartieri, ognuno con un clima diverso per ospitare le diverse specie di mammiferi (nessuna comparsa di rettili o uccelli, peccato), dove predatori e prede vivono in perfetta, o quasi, armonia.
Il sogno di ogni vegano, in poche parole, e tutto questo è spiegato all’inizio del film.

Vi era un tempo in cui i predatori cacciavano le prede per cibarsene, ma con l’evoluzione tutto questo non si è più verificato, e ora, animali come conigli e volpi, nemici naturali, possono collaborare se non addirittura diventare amici.
Un coniglio è la protagonista di questa storia. Trattasi di Judy Hopps, che sogna di diventare la prima poliziotta coniglio nonostante la natura timida e minuta della sua specie.
Lei non solo è un’ottimista ma anche molto determinata, così, lavorando sodo, riesce non solo a superare il corso di addestramento, ma anche a risultare la prima della classe, tanto da essere promossa al distretto numero 1 di Zootropolis.
Così si appresta a vivere questa nuova vita piena di speranze, e l’arrivo in treno nella città sembra confermarlo.
Davanti a sé si presenta un posto bellissimo, che con la colonna sonora di Try Everything cantata da Shakira (protagonista anche lei nel film) ricorda alla perfezione l’arrivo al Jurassic World.
Ma ben presto dovrà fare i conti con la realtà.
Lei pensa che a Zootropolis ognuno può essere ciò che vuole, ma non sa che deve prima abbattere i pregiudizi, come quelli del capo della polizia Bogo, che non ritiene un coniglio adatto a fare il poliziotto, affidando compiti più importanti ad animali più grandi (altra novità rispetto a Robin Hood è la rappresentazione degli animali a grandezza naturale).
Lei comunque non demorde e dopo centinaia di multe come ausiliare del traffico finalmente le si presenta l’occasione della vita, indagare sulla scomparsa di una lontra, ma ha solo le classiche 48 ore per riuscirci, altrimenti dovrà dimettersi.
Ad aiutarla ci sarà Nick, una volpe truffaldina ma che dentro di sé nasconde ben altre cose, la tipica strana coppia di un film poliziesco, il primo della Disney dai tempi di Basil l’Investigatopo.

Il nuovo lavoro di Byron Howard, Rich Moore e Clark Spencer, presenti a Roma lo scorso 1 febbraio per presentarlo, non è solo un inno al realismo e all’impegnarsi per conquistare i propri sogni, ma anche un messaggio contro l’odio e la discriminazione, rappresentata qui con le differenze tra prede e predatori.

Per chi non gradisce le classiche canzoni dei film di animazione troverà piacevole la notizia che la canzone di Shakira è l’unica presente in Zootropolis, una citazione che ricorda i mondiali in Sudafrica del 2010, insieme ad altre molto divertenti, come quelle sul Padrino o Breaking Bad, mentre la più esilarante rimane quella sulla motorizzazione americana.
Conosciuta come tra le più lente al mondo, dopo l’acidità di Patty e Selma Bouvier ecco la lentezza di bradipi come Flash.

Capitolo doppiaggio: la versione originale è decisamente da guardare almeno una volta, soprattutto per i fan di Once Upon a Time, dato che Judy è doppiata da Ginnifer Goodwin, la Biancaneve della serie, oltre alla presenza di grandi attori e voci come Jason Bateman, Idris Elba, Octavia Spencer e J. K. Simmons.
Ma anche la versione doppiata in italiano non è male, i cosiddetti “talent”, come Paolo Ruffini e Frank Matano, non molto amati dai fan a sentire il web, hanno piccolissimi ruoli, mentre i ruoli principali sono stati affidati ad esperti come Alessandro Quarta, Ilaria Latini, Massimo Lopez e Gabriele Patriarca.

Non sarà presente tra le nomination dei prossimi Premi Oscar e questo è un peccato, ma ciò non rovina la bellezza di questo film, una storia davvero ben riuscita e realizzata, che si spera faccia innamorare gli spettatori italiani che dal 18 febbraio 2016 potranno vederlo nelle migliori sale del nostro Paese.

Valerio Brandi

 

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