Coco, il film più commovente della Pixar

Recensione in anteprima del nuovo lungometraggio animato della Disney Pixar, che grazie a Lee Unkrich e Adrian Molina, e alla produzione di Darla K. Anderson, racconta una storia intensa attraverso un tema decisamente coraggioso come quello della morte.

Nella sua ancor recente storia di animazione, la Pixar ci ha spesso e volentieri condotto in viaggi mai visti prima attraverso lo schermo. Abbiamo visitato l’oceano con il punto di vista dei pesci, la camera di un bambino con quello dei giocattoli, o il cervello umano con le proprie emozioni, e ora è pronto ad uscire anche in Italia qualcosa di ancor più particolare e fantasioso, il mondo dei morti.
È giusto precisare che Coco non è un film come gli altri della Pixar, e forse, non è per tutti.
La Disney in passato ha già trattato il tema della morte, e quando spesso di parla dei suoi traumi infantili è il più delle volte un semplice modo di dire nostalgico. Difficile pensare che qualcuno sia andato dallo psicologo dopo aver visto per la prima volta Biancaneve, Bambi, o Il Re Leone, mentre in Coco parliamo di un mondo abitato da decine di scheletri che possono incutere paura ai più piccoli, magari quelli in età prescolare. Starà ai genitori capire quanto possa toccare ai loro figli questa ambientazione e il tema della perdita, già avvenuta o purtroppo futura, dei propri familiari.

Tanto tempo fa, a Santa Cecilia, in Messico, Imelda fu spezzata dall’addio di suo marito, partito per diventare il miglior musicista di tutti i tempi, così da quel momento per non far soffrire più la sua piccola figlia Coco e i suoi futuri discendenti decise di bandire del tutto la musica dalla famiglia Rivera, e dedicarsi solamente all’attività di calzoleria. Oggi la piccola Coco è diventata la dolce bisnonna di Miguel, il nostro protagonista, che sogna più di ogni altra cosa di diventare un musicista. Per anni si è esercitato in segreto, e quando la famiglia viene a scoprirlo, la loro reazione è talmente veemente che non solo scappa di casa, ma decide di rubare una chitarra a un defunto proprio nel “Día de Muertos” per esibirsi a una gara cittadina.
Un gesto che gli comporterà una maledizione, facendolo diventare un morto-vivente, invisibile ai vivi ma non ai morti, che proprio in quel giorno vengono sulla Terra a visitare i loro cari. Occorrerà una benedizione di famiglia per far tornare Miguel vivo in tutto e per tutto, ed entro l’alba per giunta. Riuscirà a tornare a casa e a realizzare i suoi sogni?

Il tema del ribellarsi alla famiglia per realizzare i propri sogni può apparire a molti banale ed eccessivo, ma per fortuna non per tutti, Disney in primis. Anche nei Paesi liberi e democratici di oggi non è raro trovare famiglie non del tutto aperte, che magari sono in buonafede ma al tempo stesso rovinano la felicità dei loro figli, i quali non sono tutti così forti nel ribellarsi, e passano gran parte se non tutta la loro vita in maniera passiva ed infelice. Se il sogno di Miguel aiuterà soprattutto i genitori a superare le loro idee retrograde, ben vengano altre pecore nere della Disney.

La sinossi che abbiamo mostrato racchiude anche meno di quello visto nel trailer ufficiale, perché la forza di Coco sta soprattutto nella storia, che si delinea scena dopo scena, pian piano che si va avanti scopriamo nuovi particolari, fino ai molteplici colpi di scena, che regalano tanta empatia. Rabbia, ma soprattutto commozione.
Mai un film d’animazione Disney, Classico o Pixar che sia, è stato capace di far commuovere così tanto. Lee Unkrich e Adrian Molina riescono a farti piangere a dirotto in almeno quattro occasioni, perché nonostante tutto il mondo fantastico ricreato è una storia vera, la vita ti regala gioie ma anche tanta tristezza, e il bagaglio dei tuoi cari scomparsi te lo porti appresso per tutta la vita.

Coco è un film da cui lo spettatore può cogliere diversi messaggi. La scelta del Messico come ambientazione principale può apparire come un messaggio contro Trump, così come il giorno scelto, quello dei morti, per far rivivere le vecchie tradizioni, dato che molti giovani preferiscono al suo posto festeggiare Halloween.
Niente di tutto questo, almeno per i creatori del film.
Non c’è in alcun modo un richiamo agli Stati Uniti, e neanche all’integrazione, visto che Miguel sembra visitare una parte dell’aldilà tutta abitata da Messicani, che però non è sicuramente l’unica presente. È un mondo dei morti immenso, sempre in costruzione, arrivabile da diversi ponti di petali, dove la cosa più importante sono i ricordi.
“Coco” riesce a rappresentare al meglio il Messico e questo suo importantissimo giorno, ma al tempo stesso riesce ad andare oltre la tradizione del rendere omaggio ai propri amici e parenti scomparsi in un solo giorno all’anno. Non dobbiamo limitarci alla foto esposta sulla ofrenda, ma ricordarli finché possiamo, e tramandare il loro ricordo ad altre persone vicine a noi.

“Coco” risulta anche essere il film con più canzoni della Pixar, ma senza essere un vero musical, con l’immancabile “sospensione dell’incredulità” del “tutti quanti cantano e ballano all’improvviso”. Racconta la storia di cantanti che si esibiscono per passione, momenti canori bellissimi adattati alla grande dal nostro doppiaggio, che non vede solo i talent Mara Maionchi, Matilda De Angelis e Valentina Lodovini (oltre a Michele Bravi che canta la canzone dei titoli di coda) e il quattordicenne e grande promessa del doppiaggio Luca Tesei (Neel Sethi ne Il libro della giungla 2016 e Jacob Tremblay in “Room”) ma anche Emiliano Coltorti (Lex Luthor in Smallville e tanti altri), Laura Boccanera (voce storica della Disney) e una piacevolissima sorpresa, il classe 1930 Carlo Reali nel ruolo di papà Julio.

Coco, per le tematiche affrontate, andava fatto uscire ad Halloween, ma non è stato possibile soprattutto per evidenti motivi di marketing. Un film del genere va visto durante le vacanze, quando i bambini non vanno a scuola. In America è uscito lo scorso 22 novembre, durante le ferie del giorno del ringraziamento, e ha già ricevuto tantissime critiche positive e un ottimo responso dal pubblico.

In Italia sarà distribuito a partire da giovedì 28 dicembre 2017.

Valerio Brandi

 

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