Per molti c’è la notte degli Oscar, la più invidiata e attesa. Per noi italiani c’è “la giornata” dei David di Donatello. La prima edizione organizzata senza il suo ideatore Gian Luigi Rondi, decano dei critici cinematografici scomparso da quasi un anno, ha visto una pioggia di candidature per “Indivisibili” di Edoardo De Angelis e “La pazza gioia” di Paolo Virzì (ben 17 a testa), seguiti da “Veloce come il vento” di Matteo Rovere con 16. La cerimonia dei David di Donatello ha avuto un inizio scoppiettante con la promo di presentazione “Io, te e David” interpretata da Luca Argentero, Valerio Mastandrea e Alessandro Cattellan, quest’ultimo presentatore d’eccezione dell’intera serata.
Nella 61° edizione dei David di Donatello il film diretto da Paolo Virzì si è aggiudicato la statuetta più ambita, quella di miglior film. La pellicola, una storia agrodolce che racconta le vite quasi beffarde di Donatella Morelli e Beatrice Morandini Valdirana, due donne con disturbi mentali, ha conquistato l’Accademia del cinema italiano. Infatti per questa commedia drammatica sono arrivati anche i premi per il miglior regista e per la miglior attrice protagonista a Valeria Bruni Tedeschi, che sul palco non ha nascosto la sua emozione per la quarta statuetta in carriera. “Ringrazio Anna Magnani, mia madre, il mio psicanalista, Paolo Virzì per avermi offerto questo personaggio così buffo, i miei due meravigliosi bambini e voi”, ha dichiarato l’attrice tra le lacrime e le risate generali. Quest’ultima ha sbaragliato la concorrenza, anche quella agguerritissima della coprotagonista Micaela Ramazzotti. Virzì, dal canto suo, ha guadagnato, per la prima volta, il trofeo per la regia, mentre per la quarta volta quello di miglior pellicola.
Sei David di Donatello se li è aggiudicati “Veloce come il vento” di Matteo Rovere, un film che strizza l’occhio all’America, ispirato alla vita del pilota di rally Carlo Capone, che ha visto prevalere l’attore protagonista Stefano Accorsi nel ruolo di una promessa mancata dell’automobilismo, rovinatosi a causa di una vita dissoluta e rinato grazie al talento della giovanissima sorella. “Spero che Bianca (la sua compagna, Vitali) non partorisca adesso, ma nel caso avremmo già due nomi pronti: David o Donatello”, ha scherzato durante la premiazione; per lui il bis arriva dopo il successo con “Radiofreccia”, datato 1999. “Veloce come il vento” ha ben figurato anche nelle seguenti categorie tecniche: fotografia, trucco, montaggio, suono, effetti digitali. Stesso numero di riconoscimenti per il campano “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, autentica sorpresa della stagione, che ha incassato il consenso di pubblico, critica e dell’Accademia del Cinema, presieduta ad interim dal cineasta Giuliano Montaldo, portando a casa gli allori per sceneggiatura originale, produttore, musicista (Enzo Avitabile), canzone originale (“Abbi pietà di noi” interpretata dallo stesso Avitabile con le gemelle Fontana di Casapesenna), costumi e attrice non protagonista ad Antonia Truppo, la quale è al suo secondo David di Donatello nella medesima categoria, arrivato dopo il successo dello scorso anno con “Lo chiamavano Jeeg Robot”. La statuetta per il miglior attore non protagonista se l’è aggiudicata Valerio Mastandrea – vincitore già di 4 David – per l’interpretazione del film “Fiore”. L’attore romano durante il suo discorso ha ricordato anche il giovane collega prematuramente scomparso, Josciua Algeri. Miglior regista esordiente il promettente Marco Danieli per “La ragazza del mondo”, sceneggiatura non originale a “La stoffa dei sogni” di Gianfranco Cabiddu e David giovani a Pif per “In guerra per amore”. Il cinema internazionale è stato rappresentato da “Animali notturni” dell’americano Tom Ford (miglior film straniero) e “Io, Daniel Blake” del britannico Ken Loach (miglior film dell’Unione Europea).
Federico Fracassi
You must be logged in to post a comment Login