Dopo tre anni dal successo di Hit the Road, Nonna, ironico documentario su sua nonna Delia Ubaldi, una delle prime imprenditrici della moda italiana, presentato nel 2011 alla 68° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica nelle Giornate degli Autori, vincitore del premio del pubblico della 52° edizione del Festival dei Popoli e Menzione Speciale ai Nastri d’Argento, Duccio Chiarini torna a Lido con il suo primo lungometraggio di finzione: Short Skin, progetto realizzato nell’ambito del Biennale Cinema College.Con questa pellicola il giovane regista toscano ha conquistato la Menzione Speciale come Rivelazione della 71° edizione della Mostra.
In questa pellicola Chiarini racconta un mondo che gli appartiene profondamente poiché riguarda la sua adolescenza. “Ero alla ricerca di una storia da poter realizzare con poco e mi sono trovato tra le mani la mia storia di quando adolescente entravo in contatto per le prime volte con il sesso.” Ci racconta. Short Skin affronta, con la leggerezza e la profondità proprie delle migliori commedie, il tema della fragilità maschile sul fronte sessuale e non solo.
Edoardo – interpretato dal rapper dal grande talento attoriale Matteo Creatini, alla sua prima esperienza davanti alla cinepresa – ha 17 anni, ma fin da piccolo soffre di una malformazione al prepuzio che gli impedisce di masturbarsi e di avere rapporti sessuali, il che rende la sua vita di adolescente diversa da quella dei suoi coetanei. Nell’estate in cui il suo migliore amico Arturo intende perdere la verginità perché se non trombiamo prima dell’inizio della scuola siamo degli sfigati, Edoardo è costretto ad affrontare il proprio handicap sessuale stretto com’è nella morsa di due donne: Bianca, l’amica di infanzia di cui il ragazzo è segretamente – ma neanche troppo – innamorato e che è tornata a Pisa a posta per le vacanze, ed Elisabetta, una compagna di scuola che non nasconde al ragazzo il proprio interesse non solo sul piano affettivo, ma anche su quello fisico. In quest’avventura estiva che vede coinvolti anche i genitori, travolti da una crisi matrimoniale che dimostra anche la loro fragilità, Edoardo dovrà scegliere se crescere, affrontando una pericolosa operazione che gli renderà possibile svolgere una normale vita sessuale, e accettare il volto bifronte dell’amore, del sesso e dell’essere umano oppure rimanere adolescente con tutta la nettezza di colori e la povertà di sfumature che ciò comporta. Una scelta che riguarda il suo percorso di formazione non solo sessuale e affettivo, ma umano, con tutto ciò che questa parola significa. Come sottolinea Chiarini, “quello del protagonista è un viaggio alla scoperta delle proprie insicurezze che lo apre alle incertezze del mondo che lo circonda.”
Il giovane regista, in una breve intervista che gli abbiamo rivolto, ci dice che parte da un’esperienza privata per raccontare una condizione universale: il carattere non definito né definitivo della vita perché “siamo fatti non solo di anima, ma anche di carne. Prendo a pretesto il sesso per parlare d’altro: i sentimenti, le relazioni interpersonali, il sesso maschile visto nelle sue fragilità e nella sua complessità, l’uomo – e la donna – fatto non solo di carne, ma anche di anima.” Va, però, notato che nel caso di Chiarini l’impianto autobiografico della storia anziché andare a detrimento della narrazione la esalta, dando verità e ritmo alle immagini e ai dialoghi che scorrono sullo schermo. Grazie al suo tocco sottile e delicato Chiarini fa una fotografia di una società dove vige l’ipertrofia del sesso. “L’idea che in questo ambiente faccia irruzione un ragazzino che ha dei problemi proprio sul fronte sessuale mi affascinava e l’ho voluta approfondire. L’obiettivo diella pellicola è raccontare le debolezze e le fragilità, soprattutto in fatto di sesso, del mondo maschile,troppo spesso rappresentato facendo ricorso agli stereotipi del machismo.” Un mondo maschile quasi sempre mostrato come paladino della forza, se non della violenza, un universo che, però, qui si rimpicciolisce per poter entrare nella conchiglia dell’adolescenza. Un pianeta nel quale non ci sono ancora l’uomo e la donna: ma solo due persone in cerca della propria identità sessuale e umana. “Questa pellicola è per me un passaggio dalla linea d’ombra che parte da un pretesto per arrivare a un significato più ampio, dal sesso all’amore, all’essere umano, smitizzando l’oggetto del potere maschile.” In un periodo in cui frequenti sono le discussioni sul rapporto tra i sessi Chiarini ci tiene a riprendere le Paolo Sarti: le violenze sulle donne non si riducono accendendo i lampioni nelle piazze, ma nella testa degli uomini.
Il film del regista toscano ha visto coinvolti un nutrito e talentuoso gruppo di giovani attori alla prima esperienza e una squadra di professionisti pieni di passione, fiducia ed entusiasmo. “Se posso fare un complimento a me stesso – conclude Chiarini – è quello di aver scelto degli ottimi collaboratori” con i quali in sole quattro settimane ha realizzato una delle più apprezzate pellicole della Mostra che uscirà nelle nostre sale nella Primavera del 2015.
Flaminia Chizzola
You must be logged in to post a comment Login