E’ il 1981, precisamente un 3 settembre, quando in Italia compare, con il titolo di Strade Violente, l’opera prima di Michael Mann, uno dei registi americani che sono riusciti a plasmare un genere, rivisitandolo e ritemprandolo, il gangster movie. E’ proprio in una città livida, scura e assoggettata alla pioggia come al malcostume che si aggira Frank Honimer (interpretato da un James Caan lussureggiante), un uomo con una sola morale, la propria, un essere umano in grado di essere sempre fedele a se stesso, nonostante le discrasie che contraddistinguono il suo vivere. Frank possiede un concessionario di auto, veste firmato, guida e cambia auto come molti altri le scarpe e fa della rapina il suo hobby redditizio. Lavora con collaboratori che non hanno avuto e non avranno in seguito, nulla a che fare con lui. Esiste solo il colpo, in quei minuti ognuno è parte integrante di un ingranaggio, dopo, liberi tutti. Il codice prevede il non fregare Frank. Qualcuno però, prima o poi, tende a fregarti, e questo accade. Finisce che ti ritrovi ad avere a che fare con pupari che vogliono reggere i fili che guideranno, di lì in avanti, le tue scelte. E questo non va bene, non per uno come Frank perlomeno. Può accettarlo solo ad una condizione, che i committenti per cui lavorerà possano fargli fare il colpo della vita, a seguito del quale sparire, chiudere i conti col passato e ricominciare, con la donna di cui si è innamorato, con il figlio che hanno adottato e, va da sé, con la grana che renderà tutto migliore e più facile. Ma facile è parola che, notoriamente, nel vocabolario, viene dopo “difficile”, di conseguenza le cose si complicano.
Michael Mann realizza un film mirabile, un esempio perfetto di un uomo contro tutti, contro se stesso ed il suo passato, contro una società che, per via del suo retaggio da galeotto vuole incasellare e privare dei desideri più basici (una famiglia, un figlio, la felicità, hai presente?). Un mondo in cui devi difenderti da te, perché nessuno lo farà altrimenti. Il film scorre, sulle note meravigliose di una colonna sonora marchiata Tangerine Dream. Le trame che si sviluppano e si avviluppano sono come fili di ragno che cercano di avvolgere Frank, di farlo desistere, di inglobarlo in qualcosa che non ammette colpi di testa e di mano. Ma per Michael Mann ognuno può e deve scegliere la propria strada, anche sino alle più estreme conseguenze, Strade Violente è l’incipit di un percorso coerente e coraggioso, di un autore straordinario, che da quel momento in avanti non si è mai stancato di sussurrarci come ognuno di noi possa prendere la propria vita fra le mani e portarla ovunque voglia.
Marcello Papaleo
You must be logged in to post a comment Login