Nato dalla penna di Munro Leaf, e reso celebre non solo dalla censura Franchista e Nazista, ma anche da un cortometraggio Disney vincitore di un premio Oscar, “La storia del toro Ferdinando” è pronta a tornare alla ribalta, grazie a Carlos Saldanha, regista di punta dello studio cinematografico “Blue Sky Studios”.
Dopo aver evidenziato con Rio problemi seri come l’inquinamento e il rischio estinzione per gli animali, ora sempre grazie a quest’ultimi ha cercato di raccontare in “Ferdinand” una storia di tolleranza, amicizia, non violenza e autodeterminazione. E dopo averlo visto in anteprima possiamo senza problemi dire che anche stavolta ha centrato l’obbiettivo, come dimostrato dalle curiose domande dei bambini durante la conferenza stampa alla Casa del Cinema di Roma lo scorso 29 novembre 2017.
Ferdinand è un piccolo vitello nato e cresciuto in un centro di addestramento per tori da corrida. Tutti i suoi coetanei sembrano decisi a ripercorrere la vita dei padri, in cerca di gloria nell’arena, ma non lui. Al posto delle cornate preferisce annusare i fiori e giocare con le farfalle. Vive dunque da reietto, deriso dai suoi compagni, e quando suo padre non torna da lui dopo essere stato scelto per una corrida, non ha più nulla che lo trattiene lì. Riesce fortunatamente a scappare, e ad essere trovato da Nina, una bambina che lo ama fin da subito. Non vede in lui un animale pericoloso utile solo per la lotta o la tavola, ma un amico con cui giocare. Un paradiso purtroppo destinato a finire. Ferdinand da vitellino diventa un grosso toro adulto, e quando entra a contatto con nuovi esseri umani viene di nuovo bollato come pericoloso e riportato alla sua vecchia prigionia. E ora, quale sarà il suo destino?
Rispetto al libro e al cortometraggio la storia del toro viene decisamente ampliata per ragioni cinematografiche, senza però intaccare lo spirito dell’opera originale, come confermato dagli stessi eredi di Leaf che hanno collaborato con Saldanha al film.
Abbiamo altri tori dalle diverse personalità, tra cui spicca il duro Valente, ma anche altri decisamente divertenti e goffi che i bambini non potranno che adorare. Lo stabilimento non è abitato solo da tori, ma anche da simpatici porcospini, decisamente caratterizzati alla Looney Tunes, e dei vanesi cavalli, a cui va la palma d’oro della comicità, seppur involontaria.
Parte male invece la capra Lupe, di primo impatto può sembrare un personaggio decisamente troppo demenziale e stereotipato, ma fortunatamente verso il finale riesce a risultare d’ispirazione assumendo anche toni più seri.
Il lungo lavoro di Saldanha ha portato buoni frutti anche in quanto ad animazione. Nonostante si tratti di un lungometraggio effettuato con la CGI essa non risulta affatto sgradevole per gli occhi di coloro abituati all’animazione tradizionale, che viene anche riproposta all’inizio, in un flashback molto pittoresco, un vero e proprio acquarello vecchio stile. In Rio abbiamo visto rappresentato al meglio il Brasile e i suoi colori, stessa cosa avviene in Ferdinand con la Spagna, in particolare nella capitale Madrid, con l’arena della Plaza de Toros e la stazione ferroviaria “Puerta de Atocha” che sembrano quasi uscite da una vera fotografia.
In questo periodo in cui gli animalisti fanno spesso e volentieri troppo grossa Ferdinand potrebbe apparire decisamente un film di propaganda vegetariana, che rappresenta il mondo dei sogni di quest’ultimi, dove animali e uomini vivono in totale armonia tra di loro, senza mangiarsi mai a vicenda.
Dubbi chiariti dallo stesso Saldanha in conferenza stampa, Ferdinand non è davvero neanche contro la corrida ma semplicemente la storia di un toro che non vuole combattere, e non è per lui un film vegetariano per il semplice fatto che lui non lo è.
Un film da vedere anche in versione originale, dato che presenta nomi come il wrestler John Cena per Ferdinand, oltre che da David Tennant sul toro Angus, attore che sta facendo faville con il nuovo Zio Paperone in Ducktales, e la curiosità di scoprire se la battuta su Sylvester Stallone è presente anche nel doppiaggio inglese, ma naturalmente anche il nostro merita, per via dei dialoghi e della direzione di Marco Guadagno, e le voci di:
Fabrizio De Flaviis (Ferdinand)
Chiara Gioncardi (Lupe)
Andrea Mete (Valente)
Paolo Vivio (Angus)
Gianluca Crisafi (Bones)
David Chevalier (Paco)
Ferdinand sarà proiettato nelle sale Italiane il 21 dicembre, ma in anteprima e solo per due giorni anche il 16 e 17 dicembre 2017.
Valerio Brandi
You must be logged in to post a comment Login