Filmmaker International Film Fest: uno sguardo al futuro

È in corso fino al 6 Dicembre il Festival che mostra il cinema di oggi e progetta quello di domani.

“I Festival trasformano i luoghi che li ospitano”.
Con queste parole, il direttore Luca Mosso dà il via alla 35esima edizione del Filmmaker International Film Festival, in corso dal 27 novembre al 6 dicembre a Milano, presso lo spazio Oberdan, l’Arcobaleno Film Center e la Fabbrica del Vapore.
Immagini e forme in transito, tra confini e identità, trovano nel Festival un momento di fusione e arricchimento. Centro nevralgico della manifestazione è il cinema documentario, con le opere internazionali più innovative e lungometraggi di finzione, tra esplorazione e sperimentazione dei nuovi linguaggi dell’audiovisivo, attraverso le esperienze di confine con l’arte contemporanea.
Dieci giorni di programmazione con 91 film, tra cui molte anteprime assolute, divisi nelle cinque le sezioni: Concorso Internazionale, Prospettive, Fuori Formato, Retrospettiva Daniele Incalcaterra, Eventi Speciali.
Inaugura la kermesse, in anteprima italiana, il film Arabian Nights Vol. 1 diretto dal portoghese Miguel Gomes, presentato alla Quinzaine des Réalizateurs di Cannes 2015. Una favola in tre volumi, tratta da Le Mille e Una Notte,  che vuole raccontare una storia moderna, ambientata in Portogallo, dando un’originale visione della crisi economica e sociale narrata con grande forza espressiva.

Tra i dieci titoli presentati al Concorso Internazionale, uno in prima assoluta e sette in prima italiana, troviamo: L’infinita fabbrica del Duomo di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, un viaggio attraverso il tempo e lo spazio che racconta il lavoro di chi da secoli si occupa della cattedrale; in prima assoluta, Triokala di Leandro Picarella, al suo debutto alla regia con un documentario girato in un piccolo borgo all’estremo sud della Sicilia, tra magia, superstizione e una natura potente e misteriosa; ancora, in prima italiana, Le bois dont les rêves sont faits di Claire Simon ambientato nel Parco di Vincennes alla scoperta della variegata umanità che lo abita; Homeland (Iraq Year Zero) di Abbas Fahdel, sulla quotidianeità del popolo iracheno che si trova a convivere con la guerra; Machine Gun or Typewriter? di Travis Wilkerson che mescola bianco, nero e colore, atmosfere noir e provocazioni punk per raccontare la ricerca disperata di un amore perduto; The Sky Trembles and Earth is Afraid and The Two Eyes Are Not Brothers del britannico Ben Rivers che intreccia, tra documentario, fantasy e favola, la storia di un giovane regista al lavoro nel Sahara marocchino con un racconto di Paul Bowles ambientato in quegli stessi luoghi settant’anni prima; Schicht di Alex Gerbaulet ambientato a Salzgitter, cittadina industriale dal passato compromesso con il nazismo, dove ci si interroga sul concetto di lavoro come valore assoluto e sul ruolo dello Stato; Santa Teresa Y Otras Historias di Nelson Carlo de los Santos Arias, tratto dal romanzo postumo di Robert Bolaño 2666, un noir tra documentario, fiction e denuncia politica; By Our Selves di Andrew Kottig con Toby Jones nei panni di John Claire, folle poeta in cammino verso una figura di donna impossibile; infine, In Jackson Heights di Frederick Wiseman (Leone d’Oro alla Carriera alla Mostra di Venezia 2014) che porta sullo schermo il microcosmo variegato del Queens, il quartiere più multietnico di New York, per tentare un’analisi sui meccanismi della democrazia.
Il Festival chiude in bellezza con Antonia di Ferdinando Cito Filomarino, al suo esordio in un’opera sulla poetessa milanese Antonia Pozzi, riconosciuta da Eugenio Montale come una delle più grandi voci poetiche del Novecento, che si tolse la vita a soli 26 anni, senza aver pubblicato nessuna delle sue poesie.

Non solo proiezioni, ma anche momenti di incontro e confronto all’interno di due masterclass: la prima, sul giovane film-maker austriaco Johan Lurf, tra gli autori più rilevanti della sperimentazione contemporanea; la seconda, dedicata a Daniele Incalcaterra, autore di opere politicamente e socialmente impegnate. Tra gli eventi speciali: in anteprima per l’Italia, La visite di Pippo Delbono, protagonisti Bobò e Michael Lonsdale tra i capolavori della reggia di Versailles; L’Aquarium et la nation di JeanMarie Straub, una riflessione sul dialogo silenzioso tra fato, cosmo e nazione; in collaborazione con Goethe Institut, Von Griechenland del documentarista tedesco Peter Nestler, il film testimonia la caduta del governo Papandreu, le manifestazioni di piazza e il caos politico che, con il golpe dei colonnelli, precipiterà la Grecia nella dittatura; per la selezione italiana, Gli uomini di questa città io non li conosco – Vita e teatro di Franco Scaldati, omaggio di Franco Maresco a una figura cardine del teatro italiano ed europeo; infine, Voglio dormire con te di Mattia Colombo, una raffinata incursione nell’instabilità sentimentale contemporanea. Spazio anche ai più piccoli presso la Fabbrica del Vapore, con due laboratori ludico-formativi sul teatro d’immagini e il cinema d’animazione.

Filmmaker fa parte, inoltre, di Milano Film Network, una rete che comprende i sette festival cinematografici milanesi con l’intento di unire le risorse e l’esperienza, per offrire proposte e iniziative culturali durante tutto l’anno. MFN vuole anche dare un impulso al cinema italiano indipendente, creando una serie di workshop per aiutare sia la fase di produzione che di post-produzione.
La kermesse ha dato l’avvio negli anni a nuovi percorsi e nuove tendenze del cinema, promuovendo il lavoro di giovani registi e favorendo scambi interdisciplinari.

FILMMAKER è sostenuto da Comune di Milano, Regione Lombardia, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Fondazione Cariplo, SPI-CGIL, Movie People, Goethe Institut, Forum Austriaco di Cultura con la collaborazione di Città Metropolitana di Milano.

Nicoletta Chiorri

 

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