Dopo meno di tre anni di attesa, ecco di nuovo i Guardiani della Galassia, sempre diretti da James Gunn, e siccome ci è stato chiesto di evitare qualunque vero spoiler partiamo subito velocemente con la più veloce delle sinossi.
I cinque eroi più particolari della Galassia continuano a lavorare insieme, e stavolta vengono assoldati dai Sovereign, degli alieni illuminati, anzi, dorati. Un compito che assolvono bene, finché Rocket non decide di fare anche stavolta il furbo, scatenando l’ira degli ormai ex datori di lavoro. Durante la scoppiettante fuga il gruppo viene aiutato da Ego, un essere decisamente strano nonostante abbia sembianze umane. Comincia dunque una nuova avventura su un nuovo pianeta, e non mancheranno anche stavolta gli incroci con i Ravagers di Yondu Udonta.
Il primo “Guardiani della Galassia” ha senza dubbio segnato ancor di più l’Universo Cinematografico Marvel. La casa di Stan Lee, rispetto all’avversaria DC Comics, è sempre stata più leggera e dai tratti decisamente più comici, ama non prendersi quasi mai sul serio. Ma al cinema tutto questo funziona sempre?
Un po’ è anche “colpa” della Disney che tende a rendere meno adulto ciò che produce, così difficilmente si ha con la Marvel un’opera seria e impegnativa. I suoi film assomigliano sempre di più a commedie con tanti effetti speciali, soprattutto quando si tratta di mettere insieme più supereroi. Tanti elementi, più risate, ma anche tanta confusione. Il primo Guardiani della Galassia non era stato il massimo, almeno per il sottoscritto, proprio per questo motivo, e ancora peggio era andata con Age of Ultron e Civil War. Per fortuna in questo secondo capitolo le cose sono un po’ cambiate.
La musica cambia proprio con l’arrivo di Ego, o meglio, dopo la rivelazione dei suoi segreti più profondi. Non solo perché è interpretato da una grande leggenda del cinema come Kurt Russell, ma perché finalmente assistiamo a un climax di eventi sempre più avvincenti, come dovrebbe essere un film sui supereroi. Certo, le battutine non si esauriscono, ma allo stesso tempo la battaglia spaziale che si consumerà non è una farsa come è stata invece con Civil War.
Oltre a “Jena Plissken”, altro grande nuovo pezzo da novanta del cast è invece Sylvester Stallone nei panni di Stakar Ogord, che però appare solo in due scene. Peccato, un suo maggiore utilizzo poteva aiutare ancor di più James Gunn, ma allo stesso tempo forse non è un problema, perché il finale fa presagire a un suo più largo utilizzo nei futuri sequel.
E dei vecchi che dire?
Buone, anzi, migliori conferme da tutti, visto che riescono a risultare più seri, come già accennato, nella parte finale, mentre “Baby Groot” convince molto di più così rispetto alla sua versione adulta, anche se purtroppo è destinato a tornare tale…
Presupposti per un terzo capitolo c’erano già prima e molto probabilmente ci saranno ancor di più dopo il botteghino, e la domanda è: li vedremo sempre da soli o in compagnia degli Avengers?
In quel caso, ci sarà da affrontare un grande discorso relativo al doppiaggio:
Christian Iansante a chi darà la voce?
Ad Occhio di Falco? A Rocket? O ad entrambi?
Riuscirà ad essere come Dan Castellaneta e a dare splendidamente la voce ad entrambi, o molto probabilmente mollerà Jeremy Renner perché è difficile dire addio a Rocket, visto che in originale è doppiato da Bradley Cooper, di cui Iansante è la voce ufficiale?
Discorso simile si può fare anche per Massimo Corvo, anche se in questo film ha già dimostrato di poter doppiare sia Stallone che Groot, e quest’ultimo, vista la “pochezza” di battute, può essere interpretato da tantissimi altri elementi di questo nobile mestiere.
Non mancano anche in questo caso, come da tradizione Marvel, scene dopo i titoli di coda, ben cinque, e che, a sentire gli appassionati, conterrebbero diverse anticipazioni su personaggi Marvel ancora non apparsi al cinema.
Guardiani della Galassia Vol. 2 è presente nelle migliori sale italiane da martedì 25 aprile 2017.
Valerio Brandi
You must be logged in to post a comment Login