IL film segue la nascita del colosso McDonald’s dal punto di vista dell’uomo che ha fatto espandere la catena e delle controversie che ne sono scaturite.
Ray Kroc ci viene presentato all’età di 52 anni mentre fa un discorso abbindolante, tipico del venditore americano, guardando dritto a filo macchina. Ha un’ottima dialettica, il tutto per provare a vendere dei frullatori. Di fronte all’ennesimo cliente che prova a convincere, ne esce distrutto, un tentativo di affare andato male. Ne esce glorioso invece Micheal Keaton che si toglie la maschera di Birdman per indossarne un’altra ben più complicata: Kroc è l’emblema del capitalismo, un uomo che è disposto a perdere un’identità (probabilmente nemmeno mai acquisita) per arrivare al proprio scopo, quello di sentirsi realizzato. Non si ispira a nessun modello o mito se non quello americano, viene deriso dai suoi amici e clienti ma non abbassa la testa e qui si cela il fulcro del film: un uomo sull’orlo del fallimento che ha smesso di credere in tutto, persino nelle persone che lo amano e sostengono, ma vede un barlume di speranza nel sogno americano. Non ci sono fumetti o divi ad alimentare la speranza di Ray, ma una cosa che lui chiama ¨perseveranza¨, ovvero la tenacia nel raggiungere a tutti i costi il proprio scopo. Quella di Hancock è un’analisi divertente e amara della società capitalista moderna, della perdita d’identità e dell’assenza di etica di cui è farcita ed il regista texano sprigiona tutta la sua energia per mettere in scena questa sua visione. È difficile non emozionarsi guardando l’umile genesi del famoso fast food con i fratelli McDonald che disegnano il progetto della cucina su un campo da tennis per testare la fluidità del flusso lavorativo con in sottofondo ¨Music for a Found Harmonium¨ e ci si commuove davanti ad una scena cosi forte: il regista li osserva con rispetto ed ammirazione, guarda questi due fratelli come portatori sani del sogno americano. Ma, esiste ancora? Chi sono gli illusi, quelli che vivono su un altro pianeta? I fratelli Dick e Mac o Ray? Kroc purtroppo aveva capito che quello con la visione più concreta della realtà era lui, e non Dick che inneggiava all’etica, nel dare qualità ai clienti, nel lavoro duro ed allo stesso tempo era tesserato al partito repubblicano. Il film di Hancock non urla contro il sogno americano con toni accusatori ma ne avverte le contaminazioni.
Bellissima la fotografia di John Schwartzman (fratello di Jason) che dipinge il film con tonalità azzurro verdi, riportando spesso all’idea di un sogno, un viaggio nell’irreale.
Alessandro Bertoncini
You must be logged in to post a comment Login