Intervista a Zelia Zbogar per Dong Film Fest

Nasce a Torino un nuovo festival cinematografico dedicato al cinema indipendente cinese. Si tratta di Dong Film Fest. Abbiamo intervistato la Direttrice artistica.

Abbiamo conosciuto Zelia Zbogar alcuni anni fa, come redattrice di CineFarm. Già all’epoca la passione per il cinema indipendente, in particolare quello cinese, era molto viva. Questo interesse nel corso degli anni si è sviluppato sempre più ed ha portato alla nascita di un nuovo festival, il Dong Film Fest, del quale è la Direttrice artistica.
Le abbiamo fatto alcune domande per saperne di più…

Zelia, quando e come è nata l’idea del DFF? Come mai questo interesse per il cinema cinese?
Z.Z.: “L’idea del DFF è nata circa 5 anni fa a Dalian, in Cina. Frequentavo un semestre di lingua cinese alla Lianing Normal University e insieme ad alcuni compagni di corso abbiamo organizzato un cineforum casalingo a pochi passi dallo Casa dello Studente dell’università. Questa piccola iniziativa mi ha messo in contatto con la scena cinematografica indipendente e con la vitalità e la curiosità dei miei coetanei cinesi. A distanza di anni, l’incontro con Chen Ming, presidente di ANGI, Associazione Nuova Generazione Italo Cinese, Gianluca Vitale e Veronica Uva ha reso possibile una replica ufficiale e potente dell’iniziativa. Pensiamo che proporre un’incontro tra Italia e Cina attraverso il cinema sia funzionale e creativo perché lo scambio si basa su un linguaggio comune, familiare a entrambe le parti, a prescindere dalle differenze culturali.”

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Che riscontro avete avuto dagli enti locali? C’è stato un supporto e se sì di che tipo?
Z.Z.: “Dopo ANGI abbiamo ricevuto il supporto di ERI, European Research Institute, Kalatà e riscontrato un’ottima accoglienza tra diverse realtà del territorio. Cito il Cinema Massimo che ospiterà il festival, l’Università di Torino e in particolar modo il DAMS, la Film Commission Torino Piemonte, l’Accademia Albertina di Belle Arti, il MAO. Dal punto di vista finanziario siamo rimasti indipendenti e per adesso abbiamo portato avanti il progetto con le nostre forze.”

È una prima edizione… come è stata sviluppata l’organizzazione del festival? Quali sono state le principali difficoltà organizzative?
Z.Z.: “L’organizzazione è cambiata in divenire. Dopo la scrittura del progetto abbiamo cercato i collaboratori con cui svilupparlo, come Alessandro Amato del DAMS e Chiara Piga di ERI. La selezione dei film è partita subito dopo, ma non avevamo contatti né un sistema alle spalle. Le difficoltà maggiori sono state rintracciare registi e distributori, accordare i termini della collaborazione e organizzare la spedizione dei materiali. Ci siamo guadagnati ogni singolo indirizzo e-mail, anche tramite catene di amicizie comuni su Wechat, il social cinese.”

Come sono stati selezionati i film in concorso?
Z.Z.: “Dong ha un taglio molto netto. I film in concorso sono opere prime di finzione realizzate da registi e produzioni indipendenti. Per selezionarli abbiamo guardato al circuito dei festival internazionali e ai cataloghi delle case di produzione della sola Cina continentale, né di Hong Kong né di Taiwan. Volevamo raccontare la Cina delle nuove generazioni in tutte le sue declinazioni, la vita di tutti i giorni, dalle grandi metropoli alle zone rurali, dallo Shanxi culla della cultura cinese, alle regioni di frontiera abitate da minoranze etniche come lo Xinjiang.”

Avete avuto contatti con istituzioni cinesi? Qual è stata la reazione a questo interesse verso il cinema indipendente cinese?
Z.Z.: “Il nostro partner di progetto è la Communication University of Shanxi (CUSX) di Taiyuan, la facoltà di cinema che ha co-prodotto Kaili Blues, Premio per il miglior regista emergente a Locarno 2015. Non è stato immediato definire i termini della collaborazione. La CUSX è un’università pubblica ovvero un organo statale/governativo e per questo avevamo paura che per intenderci saremo dovuti scendere a compromessi sul genere di contenuti proposti, cosa che non eravamo disposti a fare. Invece la curiosità destata dal Dong è stata molto forte e la disponibilità a seguirci completa.”dong

Avete previsto per questo festival un percorso doppio tra l’Italia e la Cina. Torino è la prima tappa, quali saranno i prossimi sviluppi?
Z.Z.: “Il DFF avrà una doppia edizione annuale. Vogliamo portare in Italia il cinema cinese e in Cina il cinema italiano. Nella primavera del 2017, realizzeremo la prima edizione cinese del festival che si svolgerà all’interno del campus universitario della CUSX e presenterà una selezione di titoli italiani indipendenti, sia di finzione che di documentario, e sarà accompagnata da masterclass. Stiamo lavorando anche con l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai per portare questa selezione italiana in una sala pubblica della città.”

Cosa vi aspettate dal pubblico torinese? Vi siete già fatti un’idea?
Z.Z.: “Pensiamo che il pubblico torinese sia molto ricettivo. La scommessa è portare in sala la comunità cinese. Abbiamo lavorato con l’Accademia Albertina di Belle Arti che è frequentata da circa 700 studenti cinesi e ovviamente tramite la rete di ANGI e su Wechat. Ci piacerebbe molto avere un pubblico diviso al 50 e 50 tra italiani e cinesi.”

È in corso una campagna di crowdfunding, cosa volete dire ai nostri lettori al fine di sostenere il festival?
Z.Z: “La campagna è su Eppela e il contributo richiesto servirà per coprire delle spese vive rimaste in sospeso, come la redazione dei sottotitoli, la spedizione dei materiali e l’accoglienza di alcuni ospiti. Ci sono formule di donazione diverse e ognuna prevede una ricompensa, dal singolo biglietto all’abbonamento, dalla borsa di tela di Dong al corso di lingua cinese in 8 lezioni. Partecipare alla raccolta non è solo contribuire in termini materiali, ma un modo per esserci anche a distanza, per dirci che il nostro lavoro vi è piaciuto.”

Grazie a Zelia Zbogar per l’intervista. Vi ricordiamo che Dong Film Fest vi aspetta il 4, 5 e 6 novembre al Cinema Massimo di Torino. Tra gli appuntamenti, vi segnaliamo la Tavola Rotonda del 5 novembre alle ore 10:00 al Blah Blah e, per chi volesse festeggiare con Dong, il DJ set, sempre il 5 novembre, alle ore 23:00 al Rat, in via San Massimo.

Inoltre, per chi non vuole aspettare, è prevista la proiezione del film “China Playtime”, stasera mercoledì 2 novembre ore 21:00 presso il Cineteatro Baretti, organizzara in collaborazione con Cinetica e H12.

Per tutte le info e per partecipare al crowdfunding, vi segnaliamo il sito ufficiale del Dong.

(intervista a cura di Rita Russo)

 

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