Ve lo ricordate il colonnello Trautman di fianco all’ex berretto verde John Rambo contro mezzo esercito russo? I due ricevevano un ultimatum dai sovietici. Trautman rivolto a Rambo:”Che gli rispondiamo?”, e questi (o meglio Ferruccio Amendola); “…Fanculoooo!!!”. Ecco, “I Mercenari 3 – The Expendables” riparte da qui, dall’epilogo del terzo capitolo della saga rambesca, datato 1988. Verrebbe da obiettare che sono passati più di 25 anni per Sylvester Stallone dall’epoca d’oro dei ruoli macho e action che ad Hollywood hanno fatto, negli anni 80 e nei primi 90, la fortuna dell’attore italoamericano e degli altri die hard men come Schwarzenegger e Bruce Willis. Del resto esistono persone che sembrano albergare in una sorta di ritratto di Dorian Gray. Per quanto ci si sforzi di realizzare che il vecchio Sly va per i settanta (anni), non c’è nulla da fare: l’immagine impressa nella nostra memoria si risolve in un soldato mitizzato con i capelli mossi e corvini, benda rossa in testa, fucile mitragliatore della serie “a casa mia non state attenti al cane ma al padrone” e coltellaccio con all’interno bussola, fiammiferi, corda, bende, un paio di sigarette e se fate i bravi pure le caramelle.
Per il terzo capitolo de “I Mercenari”, Stallone raduna ancora una sporca dozzina di tagliagole e action man il cui più grande enigma rimane il fatto che per due ore di film non mangiano nemmeno una bistecca, eppure costituiscono il non plus ultra del body building. Una beffa per noi comuni mortali che dobbiamo stare attenti a non sgarrare la dieta. Il film è un perfetto connubio di entertainment movie, da gustare con Coca Cola e pop corn, e variante filosofica sul come affrontare l’avanzare dell’età, che ne “I Mercenari 3” è ridotta ad una dialettica del tipo “nuove leve vs vecchie glorie”. Accanto ai veterani Statham e alle “vecchie” new entry Wesley Snipes e Harrison Ford ecco comparire la nuova generazione di demolition man (ma c’è anche la versione woman): anch’essi non devono chiedere mai (al massimo un caricatore o una birra) e dimostrano notevole capacità nell’uso delle nuove tecnologie e ottima predisposizione a lavorare in team, per la gioia di chi posta su qualche portale un annuncio di lavoro.
Ma in un film convenzionale e action come “I Mercenari 3” non poteva mancare la vecchia dicotomia bene/male. E se i mercenari di Barney Ross sono una garanzia in fatto di lealtà e attaccamento alla patria, il villain ha un nome d’eccezione: Mel Gibson, tirato a lucido e perfido come il Joker di Batman. Un cattivo che ammalia e che ruba la scena al pattuglione di supersoldati. Nel finale, ed è una piacevole sorpresa, sale in cattedra un’altra vecchia conoscenza che risponde al nome di Antonio Banderas. È lui il vero mattatore dell’epilogo: non sta zitto nemmeno un minuto, roba da emicrania fulminante. Però c’è il lato positivo per i Mercenari. Visto che sono costretti ad affrontare 6 o 7 reggimenti messi insieme, se dovessero terminare le munizioni c’è sempre Banderas che sterminerebbe il nemico a suon di chiacchiere. O magari a Macine del Mulino Bianco.
Il film sarà al cinema dal 4 settembre.
Emanuele Zambon
You must be logged in to post a comment Login