Non è la prima volta che “A Wrinkle in Time”, romanzo scritto da Madeleine L’Engle nel 1962, viene adattato in un live-action.
Nel 2003 la Disney aveva realizzato un film per la tv che non era affatto piaciuto all’autrice. Purtroppo stavolta non potrà darci la sua opinione su questo nuovo adattamento (data la sua scomparsa nel 2007 ad 88 anni) ma possiamo supporre, dopo averlo visionato in anteprima, che il suo giudizio sarebbe stato più o meno lo stesso.
Meg Murry (Storm Reid) è una giovane adolescente alle prese con una vita per niente semplice. Non solo fa fatica a socializzare con i compagni di scuola, ma anche la vita in famiglia non si può certo ritenere felice, dato che l’amato padre Alexander (Chris Pine) è misteriosamente scomparso da 4 anni.
Oltre a lei e la sua mamma di questo abbandono ne ha risentito anche il fratellino più piccolo Charles Wallace (Deric McCabe), finché non è proprio quest’ultimo a dare una svolta a tutta questa triste situazione, quando presenta a Meg e al vicino di casa Calvin (Levi Miller), la signora Quale (Oprah Winfrey), la signora Cosè (Reese Witherspoon) e la signora Chi (Mindy Kaling), tre misteriose e affascinanti donne, che ben presto si rivelano avere poteri sovrannaturali.
Infatti porteranno tutti e tre sul mondo fantastico di Uriel, dove scopriranno che il padre è prigioniero di LUI sul pianeta Camazotz. Riusciranno a salvarlo e tornare a casa?
Sappiamo quanto sia difficile trasporre un romanzo fantasy in un lungometraggio live-action, e che bisogna anche provare a guardare queste opere con gli occhi dei più giovani, ma allo stesso tempo non possiamo non pensare magari alla nostra adolescenza, ricordare che il sottoscritto a 11 anni vedeva Harry Potter e la pietra filosofale, e adesso propongono film come questo?
Nelle pieghe del tempo forse non si discosta tantissimo dalla storia originale, prova a raccontare nei suoi 109’ gli eventi principali (non solo la difficile realtà di Meg dopo l’abbandono, ma anche il pianeta del Medium felice e la città abitata solamente da famiglie conformistiche Americane a Camazotz) ma pecca soprattutto sul ritmo della narrazione, risultando ancor di più deludente di altri live-action targati Disney non tanto convincenti come Tomorrowland e il remake de Il drago invisibile.
Ava DuVernay, regista che nel 2014 abbiamo amato con “Selma-La strada per la libertà”, prova a regalarci qualche emozione, e un po’ ci riesce durante quei pochi minuti ambientati ad Uriel.
Vediamo Reese Witherspoon trasformarsi in una bellissima creatura alata simile a un Trigone, probabilmente un piccolo omaggio a La storia infinita, così come quei fiori volanti ci ricordano un po’ l’Alice nel paese delle meraviglie della Disney, ma sono momenti che durano troppo poco, come gli altri spunti interessanti del resto.
Abbiamo già detto di Camarotz e della critica alla società americana che appare intatta nonostante sia un film girato nel 2017, e le tre Signore a chi non avrà letto il libro perlomeno possono un po’ ricordare le tre streghe di Macbeth, anche perché nei pochi minuti a disposizione, soprattutto Oprah Winfrey, ci regalano qualcosina di buono (e lo stesso si può dire di Zach Galifianakis con il suo Medium felice) ma serve a poco se i tempi registici risultano sbagliati e la narrazione non aiuta affatto a comprendere la storia allo spettatore non lettore.
I veri protagonisti del film sono i ragazzi, ma sono proprio loro a deludere più di tutti, Deric McCabe non riesce con la sua buona interpretazione di bambino posseduto da LUI a compensare le mancanze empatiche della Reid e di Miller.
Non sono dunque risultate molto felici le ultime scelte della Disney di puntare su live-action con attori e personaggi molto amati da bambini e adolescenti, come Tini, Rovazzi e ora Nelle pieghe del tempo, al contrario della maestosità dei lungometraggi d’animazione (Classici e Pixar) e gli ottimi incassi dei Marvel Studios e della Lucasfilm.
Nelle pieghe nel tempo sarà presente nelle sale italiane a partire da giovedì 29 marzo 2018.
Valerio Brandi
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