Guardare Onde Road è come fare un viaggio nel passato, alla riscoperta di un mondo “cult” che non deve essere dimenticato, quello delle radio libere, che hanno visto la loro nascita e diffusione negli anni ’70 e ’80. Anzi, più precisamente il 1975 segna l’avvento di questo immenso fenomeno, in seguito all’abolizione del monopolio RAI grazie alla sentenza N° 225 emessa dalla Corte Costituzionale nel 1974 e grazie a tanti piccoli “pirati” che con pochi strumenti riuscirono ad innescare un vero e proprio meccanismo di liberalizzazione dell’informazione (che poi negli anni, come sappiamo, è andato modificandosi).
E così, da qualche ricordo da bambino che seguiva il fratello maggiore in radio e un bando della Regione Calabria, Massimo Ivan Falsetta si è cimentato nella realizzazione di questo film interessante e originale, alla riscoperta delle radio libere e dei personaggi che ne hanno permesso la nascita, rendendo la radio uno degli strumenti di informazione sicuramente più diffusi.
Un viaggio che attraversa la Calabria, che in questo film diventa la protagonista di una storia a metà tra la realtà e la fantasia. Un viaggio nel quale l’agente Barbara Bi, rappresentante della “censura futuribile” è chiamata a scoprire il nuovo “pirata” della radio, una speaker nascosta chissà dove, capace di occupare tutte le frequenze per riportare “in auge” il grande tesoro delle radio libere, attraverso la musica e le trasmissioni dell’epoca.
Federico l’Olandese Volante, Awanagana, Fabrice Quagliotti (dei Rockets) e altri noti personaggi radiofonici hanno contribuito a rendere unico questo progetto filmico, questo docu-film sospeso tra il presente-futuro e un passato che ha ancora tanto da dire.
Onde Road, che uscirà nelle sale cinematografiche giovedì 26 marzo grazie a Distribuzione Indipendente, arriva giusto in tempo per il 40esimo anniversario dalla nascita delle radio libere.
Ma, abbiamo voluto fare alcune domande proprio a chi ha avuto l’idea e ha diretto questo film, con quello stesso spirito che aveva animato le radio libere: Massimo Ivan Falsetta.
Massimo, una scelta originale quella di unire realtà e finzione, passato e futuro, o meglio, un futuro che ha nostalgia del passato e guida un’Alfa Romeo vecchio stile. Come nasce l’idea e la sceneggiatura di questo docu-film?
M.I.F. In realtà non c’era una vera e propria sceneggiatura, era scritta per la sola parte di finzione e per le battute dei protagonisti. Volevo che tutto il film rispecchiasse anche da un punto di vista produttivo e creativo il modello delle radio libere che non potevano non prescindere dalla spontaneità. Quindi molte parti le adattavo quotidianamente in funzione di quanto emergeva nelle risposte alle domande per la parte documentaristica. Tanti personaggi si sono aggiunti in corso d’opera e quindi anche per loro ho incastrato delle scene scritte in un secondo tempo.
Un film che nella sua veste va a richiamare lo stile delle radio libere, con effetti speciali propri di quegli anni. Con quali mezzi tecnici hai girato questo film e quali sono state, eventualmente, le difficoltà che hai incontrato?
M.I.F. Il film è stato realizzato con pochi mezzi, così come erano pochi quelli che servivano per creare una piccola radio libera. L’ho girato con lo stesso spirito, con una reflex digitale, un set di ottiche varie e il solo gancio per i camera car. Le difficoltà, devo dire, il cuore messo nella lavorazione non ce le ha fatte sentire, anzi, siamo stati una piccola carovana di nomadi felici. Gli effetti speciali sono stati realizzati rispettando le tecnologie di quegli anni e sono stati fatti con maestria dai nostri tre effettisti, Francesco Maria Conti, Giuseppe Ivan Aquila e Giordano Aita della Primary Room.
Onde Road va ad esplorare il desiderio di libertà e di comunicazione in un periodo in cui ci si iniziava ad affacciare a nuove tecnologie, a nuove modalità di diffusione dell’informazione e delle proprie idee. Com’è stato questo viaggio e qual è il ricordo più bello di questa esperienza da regista?
M.I.F. Il ricordo più bello è in realtà una considerazione generale: se hai tanti mezzi e poco cuore e tanta cattiveria intorno, il film non lo porti a casa, e parlo per esperienza purtroppo. Qui è stata tutta una grande emozione, il calore umano delle persone ha fatto sì che i nostri pochi mezzi fossero più che sufficienti. L’accoglienza delle persone e la disponibilità di tutti, in tutti i momenti della lavorazione, ha fatto il resto. E’ il film che mi ha riempito il cuore nel profondo, io amo Onde Road.
Una libertà censurata dal futuro? O, forse, è proprio la censura lo strumento necessario a far nascere nuove forme di comunicazione, a concepire e diffondere nuove idee?
M.I.F. Teniamo bene gli occhi aperti, siamo liberi? E’ questa la riflessione. Le radio libere furono “spente” dai nostri legislatori e con esse tutto quel fermento di libertà. Escludereste che l’episodio possa replicarsi con internet per esempio? Ma la differenza la fanno come sempre gli uomini, c’è chi le catene se le fa mettere e chi le spezza.
Com’è stato lavorare con chi ha dato vita alla radio libera? Con personaggi come Federico l’Olandese Volante, Awanagana e gli altri grandi della radio che hanno collaborato a questo progetto?
M.I.F. Che persone sontuose d’animo. Belle, belle, belle. Come detto, umanamente generose. Professionalmente parlare della storia delle radio con loro è come parlare di calcio con Pelè e Maradona.
Onde Road sarà al cinema dal 26 marzo… cosa ti aspetti dal pubblico? Che tipo di risposta vorresti ottenere da questo film?
M.I.F. Uno spettacolo di gente che viene ad “ascoltare” il film.
Grazie a Massimo Ivan Falsetta per la disponibilità e un grande “in bocca al lupo” per l’uscita del suo film, che sarà giovedì 26 marzo.
Rita Russo
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