A poco più di un mese dalla notte degli Oscar, Cinefarm, ma possiamo anche dire il sottoscritto, aveva fatto i suoi pronostici sui vincitori della Academy 2015.
La sfida tra la scienza e la fantasia c’è effettivamente stata, ed si prevedeva che a prevalere sarebbe stata la prima.
Ma ci siamo sbagliati, e siamo contenti che sia successo.
Non perché “The Imitation Game” e “La teoria del tutto” siano dei brutti film (semmai l’esatto contrario), ma per una volta ci ha fatto piacere vedere trionfare qualcosa di innovativo, visionario, rispetto a una classica, seppur ben preparata, vita biografica.
Birdman e Grand Budapest Hotel portano a casa quattro statuette, ed è il film di Iñárritu a prendersi le statuette più importanti come miglior film e miglior regia.
Ad Anderson vengono assegnati premi come quello per la miglior scenografia e colonna sonora, che magari non tutti ricorderanno ma hanno comunque reso orgoglioso il regista nato ad Houston, anche a giudicare dai sentiti ringraziamenti di coloro che hanno lavorato per lui e hanno ottenuto le statuette grazie al suo genio cinematografico.
E tra questi c’è Milena Canonero, costumista Italiana che con la statuetta per il suo mestiere onora il nostro Paese insieme a Virna Lisi, inserita nella commovente celebrazione per gli artisti del cinema scomparsi nell’ultimo anno, ma senza Francesco Rosi. Ci viene difficile pensare alla malafede di Hollywood proprio in questa occasione, quindi speriamo che si sia trattato di un innocente errore, o che il nome del regista napoletano è previsto per la prossima edizione.
Per tornare alla premiazione, la fantasia ha dunque vinto, ma il resto?
Era da tempo che il cielo di Hollywood non vedeva tanti film così belli partecipare, quindi, perché non fare in modo di ricordarli tutti?
“The Theory of Everything” lo farà in nome di Eddie Redmayne, il nuovo miglior attore, e “The Imitation game” con Graham Moore, che quando ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura non originale ha ringraziato personalmente Alan Turing, omosessuale come lui, e la sua vita gli è servita da stimolo per non abbattersi e continuare a lottare per la vita, che non è affatto sbagliata rispetto a quella degli etero.
E poi ci sono anche Whiplash e Boyhood, che non avevamo citato tra i pronostici per il semplice fatto che non li avevamo ancora guardati. 3 Oscar per il primo (Miglior attore non protagonista, montaggio e sonoro), 1 per il secondo (Miglior attrice non protagonista), e c’è anche gloria per American Sniper (Miglior montaggio sonoro), che dopo aver visto tutti quanti i migliori film è risultato obbiettivamente il meno bello della categoria, e non sarebbe stato affatto sbagliato inserire Interstellar al suo posto.
Il capolavoro di Nolan non ha avuto la fortuna di Gravity dell’anno scorso. Sicuramente perché, come già detto, la qualità dei lavori in gara è stata sicuramente maggiore, ma anche perché questo film non è stato del tutto capito. Chissà in futuro, intanto si deve accontentare della sola vittoria per i migliori effetti speciali.
“Still Alice” prende la sua statuetta grazie alla già da tempo annunciata vincitrice Julianne Moore, e un solo premio su due per Selma, che grazie a Glory vince la statuetta per la miglior canzone, e quando John Stephens e Lonnie Lynn la cantano al pubblico del Dolby Theatre di Los Angeles esso si commuove come nel momento in cui sono stati ricordati Robin Williams e Mickey Rooney.
Lacrime di commozione ma anche di divertimento in questa magica notte degli Oscar.
Grazie a Neil Patrick Harris, ormai sempre più Barney Stinson anche nella vita, che decide di omaggiare i grandi film di ieri e di oggi emulando, tra gli altri, nientemeno che Gene Kelly in “Ballando sotto la pioggia”.
Un video musicale destinato a restare nella storia, come quello di “Everything is awsome” che ricorderà al meglio “The Lego Movie”, anche se non ha vinto alcun premio.
È invece andata di nuovo alla grande alla Disney, che si porta la statuetta sia per il corto che per il lungometraggio, grazie a “Winston” e Big Hero 6”, battendo un po’ a sorpresa, ma non immeritatamente, “Dragon Trainer 2”.
Ecco l’elenco completo:
Miglior film
Birdman, regia di Alejandro González Iñárritu
Miglior regia
Alejandro González Iñárritu – Birdman
Miglior attore protagonista
Eddie Redmayne – La teoria del tutto
Miglior attrice protagonista
Julianne Moore – Still Alice
Miglior attore non protagonista
K. Simmons – Whiplash
Migliore attrice non protagonista
Patricia Arquette – Boyhood
Migliore sceneggiatura originale
Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo – Birdman
Migliore sceneggiatura non originale
Graham Moore – The Imitation Game
Miglior film straniero
Ida, regia di Paweł Pawlikowski (Polonia)
Miglior film d’animazione
Big Hero 6, regia di Don Hall e Chris Williams
Migliore fotografia
Emmanuel Lubezki – Birdman
Miglior scenografia
Adam Stockhausen – Grand Budapest Hotel
Miglior montaggio
Tom Cross – Whiplash
Migliore colonna sonora
Alexandre Desplat – Grand Budapest Hotel
Migliore canzone
Glory, musica e parole di John Stephens e Lonnie Lynn – Selma – La strada per la libertà
Migliori effetti speciali
Paul Franklin, Andrew Lockley, Ian Hunter e Scott Fisher – Interstellar
Miglior sonoro
Craig Mann, Ben Wilkins e Thomas Curley – Whiplash
Miglior montaggio sonoro
Alan Robert Murray e Bub Asman – American Sniper
Migliori costumi
Milena Canonero – Grand Budapest Hotel
Miglior trucco e acconciatura
Frances Hannon e Mark Coulier – Grand Budapest Hotel
Miglior documentario
Citizenfour, regia di Laura Poitras
Miglior cortometraggio documentario
Crisis Hotline: Veterans Press 1, regia di Ellen Goosenberg Kent
Miglior cortometraggio
The Phone Call, regia di Mat Kirkby
Miglior cortometraggio d’animazione
Winston (Feast), regia di Patrick Osborne
Valerio Brandi
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