Pelé: un film leggendario per O Rey

Recensione in anteprima sul biografico dedicato al più grande calciatore di tutti i tempi.

«Il calcio? È solo un gioco…»

Quante volte un tifoso del gioco del pallone ha sentito queste parole? E quanto può far male ogni volta?
Una frase che può essere giusta solo per ricordarci che non bisogna essere nemici e farsi del male per la rivalità sportiva, ma solo per questo.
Perché il calcio non è solo un gioco.

Per molti è tutto. Davvero tutto.

In Paesi dove la povertà regna sovrana, e i ragazzi di allora come molti di oggi non hanno i videogiochi, il calcio è qualcosa di più di un semplice gioco.
È il principale strumento per non pensare ai tanti problemi che affliggono loro e le loro famiglie, e la speranza di un futuro migliore.
Chi non sogna di diventare un calciatore professionista per poter vivere in una bella casa invece che nelle favelas?

A Três Corações, nel 1940, nasce Edson Arantes do Nascimento.
Figlio di un ex-calciatore, una volta trasferitosi a Bauru comincia a giocare a pallone, o almeno a ciò che più gli assomiglia, come un calzino con all’interno un pompelmo.
Ed è così che un giorno, per puro caso, viene notato da Waldemar de Brito, ex calciatore della Nazionale, e in quel momento dirigente del Santos Futebol Clube.
Il resto, come si dice, è storia nota.

Ma se non lo è, questo è il film che fa per voi. L’occasione migliore per conoscere la vita di una leggenda.
Tutto merito di Jeff e Michael Zimbalist, registi e sceneggiatori, che hanno davvero lavorato bene per realizzarlo. Per scegliere gli attori giusti hanno effettuato una dura selezione, scegliendo non solo chi fosse in grado di recitare, ma soprattutto di giocare a calcio.
Perché quello era un Brasile indimenticabile, fatto di Ginga e 4-2-4, e, a sentire gli spettatori più “datati” che hanno assistito all’anteprima stampa, loro sono stati in grado di ripeterlo sul set.
Forse l’inimicizia tra Pelé e Altafini è un po’ romanzata, ma non si può dire lo stesso del resto.
Filmati d’epoca e telecronache originali (e con la straordinaria partecipazione di Bruno Pizzul) hanno fatto da contorno a una ricostruzione storica davvero fedele, come la conferenza stampa con un po’ di veleno tra il ct Brasiliano Feola e quello svedese Raynor.
In più vi è un delizioso cameo del vero “O Rey” (che sarà presente domani sul red carpet a Milano) in modo da rendere questa pellicola ancor più avvincente e commovente di quanto non lo sia già.

Pelé”, in uscita nelle sale italiane da giovedì 26 maggio 2016, è probabilmente il secondo film più bello mai girato sul gioco del calcio.
Secondo, perché il primo rimane “Fuga per la vittoria”, quando a rispondere in rovesciata al “Vai Fernandez, è tua!” era Pelé in carne ed ossa

Valerio Brandi

 

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