“Un quarto di libbra col formaggio in Olanda non sanno nemmeno cos’è, hanno il sistema metrico decimale”. Si parla del più e del meno. Un dialogo svogliato e in apparenza normale tra due individui che normali non sono. Vincent Vega (John Travolta) e Julius (Samuel L. Jackson), killer di professione al soldo del corpulento boss Marsellus Wallace, confezionano uno straordinario esempio di small talk, tecnica linguistica che ha fatto la fortuna di quel geniaccio di Quentin Tarantino. I dialoghi fini a se stessi, conditi da volgarità e sconcerie, sono il marchio di fabbrica del regista di “Bastardi Senza Gloria”, oltre che spesso il preludio ad una sequenza di efferata violenza.
In particolare questo dialogo è curiosamente biografico, trasposizione di un’intervista di Tarantino che per alcuni mesi aveva soggiornato ad Amsterdam proprio per la stesura della sceneggiatura di “Pulp Fiction”, la Palma d’Oro di Cannes del 1994.
Rimandi e citazioni personalissime ancor prima che cinefile, pronunciate da un universo di personaggi borderline che vomitano proiettili, turpiloqui e sermoni a ripetizione.
20 anni fa il cinema voltava pagina, imboccando una via nuova e underground. Tarantino apripista spianava la strada costellata da due sponde opposte: da un lato chi gridava al genio, dall’altra chi lo detestava e relegava a regista di b-movie. L’Academy stessa non è stata mai benevola, ma alla fine il regista di origini italiane ha avuto ragione.
“Pulp Fiction” rappresenta una delle vette del cinema di tutti i tempi. Con la sua struttura narrativa a blocchi che si intersecano in continui salti temporali, separati da dissolvenze e da titoli introduttivi, spiazza lo spettatore che un attimo dopo è completamente in balia della sceneggiatura scandita da un killer che deve uscire con la ragazza del boss, un pugile che vince un incontro truccato che dovrebbe perdere e da una rapina in un fast food. A completare l’opera un valzer di personaggi cult che basterebbero a riempire tre film, una valigetta di cui non sapremo mai il contenuto accecante ed Ezechiele 25-17.
Il capolavoro di Tarantino torna al cinema il 7, 8 e 9 Aprile nei circuiti “The Space” in perfetto tempismo per festeggiare il compleanno del regista, avvenuto nei giorni scorsi, e per tenere viva la tensione sul regista pulp dopo le polemiche che hanno circondato il progetto (neanche tanto) top-secret che risponde al nome di “The Eightful Eight”.
Emanuele Zambon
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