È stata inaugurata sabato 4 luglio, e sarà possibile vederla fino al 21 settembre presso il complesso del Vittoriano, la mostra Luce- l’immaginario italiano.
L’esposizione è stata ideata e realizzata da Istituto Luce-Cinecittà, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e della Regione Lazio. Basterebbe prendere in considerazione questi patrocini per rendersi conto di essere dinanzi a qualcosa di monumentale. La mostra, infatti, supervisionata da Gabriele D’Autila, che ne ha curato l’aspetto scientifico e testuale, e da Roland Sejko, curatore artistico e regia video, ambisce a raccontare sinteticamente i 90 anni di quella che tutt’oggi è la più antica istituzione di cinema pubblico esistente al mondo.
Nato nel 1924, al fine di raccontare l’attualità e le trasformazioni sociali che avvenivano in quel delicato periodo attraverso un linguaggio (quello audiovisivo) che all’epoca appariva come nuovo, ma che ben presto avrebbe completamente rivoluzionato la maniera di percepire la realtà che ci circonda, l’Unione Cinematografica Educativa venne immediatamente a legarsi alla Storia del nostro Paese. Prontamente, Benito Mussolini ne colse le mille potenzialità insite nel progetto e ne prese il controllo ribatezzandolo con Regio decreto Istituto Nazionale Luce, facendone in tal modo una delle migliori armi della sua propaganda politica. Partendo da qui, col passare degli anni l’archivio Luce non ha mai smesso di ampliarsi, giungendo ad includere decine di migliaia di filmati e tre milioni di fotografie e diventando famoso in tutto il mondo, a tal punto che nel 2013 è entrata a far parte del Registro Memory of the World dell’Unesco.
Il nucleo centrale della mostra è costituito da grandi pannelli organizzati secondo un ordine tematico-cronologico, su cui in più di 20 schermi sono proiettate speciali videoinstallazioni, montaggi realizzati ad hoc di centinaia di filmati dell’Archivio storico Luce. Accanto alle immagini in movimento, più di 500 splendide fotografie dell’Archivio fermano dettagli e momenti significativi, mentre pannelli di testo approfondiscono l’analisi storica e linguistica dei video.
Ma il cinema, nella sua più artistica essenza, non poteva perdere l’occasione di proporsi come primadonna di questa epocale celebrazione, dal momento che Luce non è solamente un archivio di immagini in cui gli italiani possono rispecchiarsi e identificarsi, ma anche la più antica casa di produzione cinematografica ancora attiva nel nostro Paese. In programma, infatti, ci sono ben quattro retrospettive di film, documentari e cortometraggi prodotti e distribuiti da Istituto Luce dal 1933 al 2013, per un totale di oltre 130 titoli, che saranno proiettati in quattro location suggestive della Capitale: i Fori Imperiali, Piazza Santa Croce in Gerusalemme, il Complesso del Vittoriano, il Maxxi. Gli amanti della settima arte avranno così l’opportunità di poter vedere su grande schermo capolavori del passato che hanno fatto la Storia del nostro cinema. Parliamo di nomi del calibro di Fellini, Bertolucci, Zurlini, Scola, Monicelli, Bellocchio. Ma non solo grandi nomi del passato, visto che in programma spiccano anche film come L’ultimo capodanno di Marco Risi, Senza pelle di Alessandro D’Alatri e Compagna di viaggio di Peter del Monte, sicuramente più al passo con i tempi e che testimoniano la voglia di questa ormai quasi secolare istituzione di rinnovarsi e sperimentare.
Il biglietto, venduto ad un prezzo decisamente popolare, consentirebbe inoltre di poter assistere in maniera gratuita a gran parte delle proiezioni. Una ragione in più per non lasciarsi sfuggire questa imperdibile lezione di storia.
Marco Molinari
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