Scemo + Scemo 2: il ritorno dei fratelli Farrelly

I fratelli Farrelly divertono, anche se, in alcuni punti, il film cade in un’eccessiva demenzialità

Era il lontano 1994 quando due fratelli di nome Peter e Bob Farrelly calarono su Hollywood la demenzialità di Lloyd e Harry che istituirono un tipo di comicità che di rado si era vista prima d’ora. Il successo fu clamoroso e da li in poi i fratelli più irriverenti della terra promessa del cinema hanno diffuso il loro acuto umorismo.

Scemo + Scemo 2 rispecchia l’arco di tempo che è trascorso dal primo capitolo, facendo vedere i due protagonisti 20 anni dopo: sin dall’inizio il film si preannuncia un vivace mix di comicità e parodia, come la successione di tamburi che accompagna la prima inquadratura, illudendo lo spettatore di un pericolo imminente. Il pregio dei Farrelly è saper unire il lungimirante con il massimo del commerciale, e questo film ne è un classico esempio.

La vicenda è inoltre messa in scena con maggior realismo grazie all’uso del digitale che immerge lo spettatore nella scena, però l’opera non rimane nient’altro che un film “popolare” americano, delineando ancora una volta il loro pubblico medio.

Se nel primo capitolo c’era la novità, qui 110 minuti di battute squallide a go go diventano nauseanti e superflui, come i fallaci tecncicismi che si sono voluti raggiungere nella scena dello scontro tra la macchina ed il treno.

Però, non ostante tutto, il film è onesto ed è sbagliato criticarlo per quello che già lui stesso si preannuncia: demenziale all’ennesima potenza, anche se a tutto c’è un limite.

Alessandro Bertoncini

 

You must be logged in to post a comment Login