Snowden e Oliver Stone raccontano il lato oscuro di Internet

Recensione dell’ultimo film del regista americano che con Joseph Gordon-Levitt racconta una delle storie recenti più vergognose riguardo l’operato dei sistemi forti Americani.

È al cinema da quasi una settimana, ed è già finito dietro non solo a (naturalmente) ad “Animali Fantastici e dove trovarli”, ma anche a film decisamente meno meritevoli come “La cena di Natale” e “Come diventare grandi nonostante i genitori” al botteghino.

Non possiamo ancora sapere se Snowden resterà alla storia come alcuni dei grandi film di Oliver Stone, o resterà nell’oblio come Alexander, anch’esso un grandissimo lavoro ma stimato solo da pochi, eppure è una vicenda vera che andava raccontata e lui c’è riuscito, nonostante l’America gli abbia negato qualunque tipo di supporto.

Un’ulteriore prova sul fatto che ciò che Snowden racconta è decisamente vero, infatti lo stesso vero protagonista ha lavorato alla sceneggiatura di esso e ha giudicato il lavoro finale assolutamente fedele alla realtà, nonostante si tratti comunque di un film con degli attori.

È il 2013, ed Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt) decide di rivelare tutto, e perciò si incontra segretamente ad Hong Kong con i giornalisti Laura Poitras (Melissa Leo) e Glenn Greenwald (Zachary Quinto). Ma tutto cosa?
Tutto il suo lavoro e i misfatti con la NSA, l’agenzia di sicurezza americana. Un sistema che si presentava come paladino della difesa, perché nell’immediato futuro le guerre non si combatteranno solo con le armi ma soprattutto su Internet. E quando nel 2004 era cominciata questa sua avventura, dopo aver dovuto dire addio all’esercito per problemi fisici, Snowden era davvero convinto di ciò, ma non c’è voluto molto a capire che questo lavoro gli avrebbe rovinato la vita.
Non solo la salute (stare tantissimo tempo al computer può portare naturalmente ad epilessia) ma anche la vita privata (non essere davvero presente nella vita sentimentale con Lindsay, interpretata da Shailene Woodley) e interiore. Come Oliver Stone, Snowden era patriota e repubblicano, ma poi ha cominciato a dubitare su questi ideali. È giusto privare della libertà la gente comune per difendere il Paese? E se questo sistema non servisse davvero a difendere l’America, ma solo ad individuare i suoi nemici, o semplicemente gente scomoda per i potenti? Sappiamo già la risposta visto l’inizio del film, ma allo stesso tempo è giusto ripercorrere tutta questa tormentata vita lunga nove anni, raccontata forse in maniera un po’ complessa visto l’argomento (e non siamo tutti Sheldon Cooper).

È anche questa una preoccupazione di Oliver Stone, dichiarata prima del lancio del film alla Festa del Cinema di Roma, ma era comunque necessaria, così come era necessario anche un attacco ad Obama, il che dimostra che il regista più discusso degli ultimi tempi in America non guarda in faccia nessuno, repubblicano o democratico, e questo è più di un buon motivo per andare a vedere Snowden. Un film che presenta anche un cameo del protagonista, ancora esule, ma non importa, il suo dovere lo ha fatto, e forse non è cambiato niente, ma almeno la gente ora sa, e d’ora in poi magari faremo più attenzione nell’usare Internet e il cellulare. Non premete più il tasto “accetto” senza prima leggere o pensare…

Snowden è presente nei migliori cinema italiani da giovedì 24 novembre 2016.

Valerio Brandi

 

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