Stronger: la storia di un vero eroe Americano

Recensione di uno dei lungometraggi della selezione ufficiale della dodicesima Festa del Cinema di Roma, la storia recente di Jeff Bauman raccontata attraverso Jake Gyllenhaal.

L’America è senza dubbio la patria degli eroi, anche perché hanno una concezione tutta loro di questo termine.
Sono eroi tutti i loro militari, nessuno escluso, anche quando la guerra non serve davvero a difendere i tuoi confini e le tue genti. L’unica forza invasiva che pensa di essere amata anche dagli abitanti locali. Un concetto ribadito perfettamente in un altro film presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, “Last Flag Flying”. E poi ci sono altri eroi.

Jeff Bauman lo è per milioni di persone, non solo Americane, e Stronger è la sua storia, conosciuta da molti, ma non da tutti. Per recensire al meglio questo film c’è bisogno di parlare della trama in maniera approfondita, quindi se vi siete persi questo film durante la rassegna romana e non volete anticipazioni e vivere l’intensità della storia in tutto e per tutto allora meglio attendere l’uscita del film in Italia per tutti, ancora non annunciata.

Era presente dietro le transenne della maratona di Boston quel 15 aprile 2013, quando un doppio ordigno gli portò via entrambe le gambe.
Sopravvisse all’attentato, e non appena si risvegliò dal coma offrì informazioni alle autorità su come individuare uno dei terroristi.
Per questo e non solo ottenne complete cure di riabilitazione, e anche l’aiuto di Erin Hurley, la sua ex ragazza che in quel grave momento si è stretta di nuovo intorno a lui, anche perché Jeff ha perso le gambe mentre guardava lei correre per strada. Ma Jeff non era davvero un eroe, o meglio, non ancora.
Non è un crimine se uno decide di arrendersi dopo un evento del genere, non tutti hanno la forza di rialzarsi davvero, nessuno chiedeva questo da Jeff. Ma lui non voleva rialzarsi.
L’attentato non ha fatto che amplificare il Jeff Bauman di sempre. Pigro, irresponsabile, ingrato, in poche parole, un eterno immaturo nonostante avesse da tempo superato l’adolescenza.
Nonostante tutto ciò che famiglia, Erin e la sanità facessero per lui, non solo non provava a rialzarsi, ma neanche ringraziava, per lui era tutto dovuto, era più che giusto comportarsi così.
Erin ha retto finché ha potuto, ma una volta arrivata al limite gli ha detto addio. Così Jeff ha capito finalmente dove stava sbagliando, e il cambiamento c’è stato davvero.
Jeff Bauman si è alzato non solo grazie a delle protesi metalliche, ma perché ha voluto davvero farlo.
Da quel momento è diventato un vero eroe, un esempio per tutti coloro hanno subito una cosa simile, e ha finalmente ottenuto la felicità con la famiglia e gli amici.

Il regista David Gordon Green, lo sceneggiatore John Pollono e anche Jake Gyllenhaal hanno lavorato a lungo non solo attraverso il libro Stronger ma soprattutto con il suo autore, il vero Jeff Bauman, che insieme all’attore protagonista è stato grande protagonista all’Auditorium Parco della Musica.
Attraverso il suo contributo l’attore nominato all’Oscar per “I segreti di Brokeback Mountain” ha rappresentato al meglio in 116’ gli anni di Bauman dal 2013 fino ad oggi, un’interpretazione decisamente complicata visto che le gambe amputate e poi le protesi sono dovute agli effetti della CGI.
Un lavoro di testa, cuore e gambe, per dirla alla Antonio Conte.
Stessa cosa si può dire di Tatiana Maslany (Woman in gold), giudicata perfetta anche lei da Bauman per il ruolo di Erin, nel mostrare il suo grande tormento interiore, e il coraggio di spingere anche con parole dure il suo uomo ad alzarsi davvero.

In attesa di conoscere la data di uscita italiana attraverso la distribuzione della 01 Distribution, magari vi interesserà sapere che Stronger è uscito negli Stati Uniti lo scorso 22 settembre e ha totalizzato nel primo week-end 1,6 milioni di dollari al botteghino.

Valerio Brandi

 

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