Ha avuto inizio giovedì scorso l’edizione 2014 del Sundance Film Festival. Passato agli annali del cinema come il festival di Robert Redford, il nome infatti deriva proprio da Sundance Kid il personaggio interpretato dall’attore americano nel film Butch Cassidy, l’ex Utath/Us Film Festival è diventato col passare degli anni una delle kermesse più coinvolgenti e attese del mondo del cinema. Famoso per essere la vetrina più illuminata del cinema indipendente, il festival di Salt Lake City è da anni il punto di riferimento di produttori e distributori alla ricerca di giovani talenti da lanciare. Dal Sundance, infatti, sono usciti nel corso degli anni alcuni degli autori più innovativi della settima arte, nonché attuali punti di riferimento delle grandi produzioni hollywoodiane.
Quentin Tarantino, primo fra tutti, che qui presenta Le iene, il suo film d’esordio e che gli aprirà la strada per la Palma d’oro di Pulp Fiction. Ma anche Robert Rodriguez, Steven Soderbergh, Paul Thomas Anderson.
Quest’anno sono ben cinquanta le opere prime presenti nelle quattro sezioni che formano il concorso, a fronte dei ben 117 titoli che compongono l’intero programma, che altro non sono se non il frutto di una selezione effettuata su ben dodicimila pellicole.
Numeri da capogiro e che sono la conferma di quanto prestigio ha acquistato il Sundance durante il corso degli anni e di quanta voglia ci sia nel mondo di fare cinema pur non avendo tantissimi mezzi a disposizione.
In attesa di sapere se tra loro si nasconde qualche genio sregolato alla stregua di Quentin Tarantino, non possiamo che augurarci che siano tanti i film di qualità presentati in questa magnetica passerella che possano trovare la giusta distribuzione anche nelle nostre sale.
Primo fra tutti Only lovers left alive, ultimo lavoro di Jim Jarmusch, il vero portabandiera di tutti i filmakers americani indipendenti. Un autore che ha fatto del cinema indipendente la sua poetica e la sua cifra stilistica, a tal punto da sembrare più europeo che americano. Presentato in concorso all’ultimo festival di Cannes, il film di Jarmusch non è ancora riuscito a trovare la giusta distribuzione nelle nostre sale.
Marco Molinari
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