Basato sul romanzo di Richard C.Morais, sceneggiato da Steven Knight (Piccoli affari sporchi, Locke) e prodotto da Steven Spielberg e Oprah Winfrey , The Hundred-Foot Journey racconta la storia di una famiglia indiana, costretta a fuggire da una tragica rivolta nella nativa Mumbai che decide di raggiungere l’Europa nel sogno idilliaco di una vita migliore, e che una volta superata la frontiera, sceglie di aprire un ristorante in un piccolo paesino del sud della Francia, il cui scetticismo locale non è semplicemente rappresentato dagli abitanti ma dal lussuoso e raffinato ristorante che ha di fronte, gestito da un’intransigente e perfezionista difensore della tradizione culinaria francese, interpretata da una spassosa Helen Mirren (premio Oscar per The Queen). Una distanza di cento passi divide non solo i due ristoranti, posti l’uno di fronte all’altro, ma anche due mondi diversi e due modi differenti di guardare a tutto ciò che è lontano dalla propria cultura. Sulla scia del successo di Marigold Hotel, il regista Lasse Hallstrom avvezzo ad un cinema che cerca di esplorare le differenze culturali, ancora una volta usa il cibo come ponte tra mondi differenti (come aveva fatto in maniera deliziosa con Chocolat) sperimentando in questo film il valore universale della cucina come metafora dell’integrazione sociale poiché basata sulla combinazione di elementi diversi, a volte costituita da odori opposti, la cui fusione crea sapori nuovi e inaspettati. Da un lato quindi il calore e l’intensità della cucina indiana e dall’altro l’eleganza e la raffinatezza della cucina francese, che però alla fine trovano magicamente un equilibrio dopo una sotterranea guerra di boicottaggi e simpatiche strategie. Scherzosamente battezzato come un “Ratatouille in salsa Millionaire”, The Hundred Foot Journey ha letteralmente entusiasmato la stampa estera che lavora ad Hollywood, che lo ha designato come una delle migliori commedie dell’anno facendo ben sperare in un ruolo da protagonista nei prossimi Golden Globe.
Danilo Canzanella
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