Si è conclusa con la vittoria di The Night, del regista e attore protagonista ventitreenne Zhou Hao, la prima edizione del Dong Film Fest, il primo festival cinematografico italiano dedicato al cinema indipendente e esordiente cinese, che si è svolto al Cinema Massimo di Torino dal 4 al 6 novembre.
The Night è un film del 2014 che affronta il problema della prostituzione giovanile, sempre più diffusa nelle metropoli orientali, attraverso la provocazione, raccontando con disinvoltura la quotidianità di tre giovani, poco più che ventenni, abituati a vendere il proprio corpo come qualcosa che non gli appartenesse. Un film coraggioso e accattivante.
La giuria del festival ha dichiarato di aver scelto The Night “Per la sua sensuale e barocca rivisitazione del tema dell’emarginazione giovanile, così caro alla prima stagione del cinema indipendente cinese, e per la capacità di esibire un notevole senso della regia e della messa in scena capaci di esprimere davvero la precarietà esistenziale dei tre protagonisti della storia narrata”.
Interessanti anche le altre proposte di Dong Film Fest, che ha portato per la prima volta in sala cinque lungometraggi opera prima di altrettanti registi indipendenti cinesi, che non veicolano né propaganda istituzionale né messaggi commerciale. Una scelta non semplice ma di grande impatto culturale. Tra questi citiamo Life After Life di Zhang Hanyi, prodotto da Jia Zhangke.
Il festival ha visto anche la proiezione di cinque cortometraggi, quattro dei quali realizzati dagli studenti della Communication University of Shanxi (CUSX) di Taiyuan. I corti sono stati proiettati prima di ogni lungometraggio. Per questa sezione, la giuria ha decretato che il corto vincitore è The Old Road di Li Yongshuai, studente della CUSX, “Per la capacità di dipingere egregiamente il conflitto fra tradizione e modernizzazione, un discorso ancora irrisolto tra passato e presente, evitando qualsiasi giudizio moralizzante”.
Quella di Torino rappresenta una prima importante tappa di un evento che ha già visto un buon riscontro di pubblico e media e che sicuramente crescerà. Già previsto anche un secondo appuntamento (la seconda edizione) che si svolgerà in Cina nella primavera 2017, nella regione dello Shanxi, culla della millenaria cultura cinese, presso la CUSX di Taiyuan – uno dei campus universitari più importanti e all’avanguardia di tutta la Cina, che ha realizzato lavori premiati nei maggiori festival internazionali come Kaili Blues di Gan Bi, Menzione Speciale a Locarno 2015.
Questa volta saranno film indipendenti di esordienti italiani ad essere presentati.
Un progetto ambizioso e interessante per tutti i protagonisti di quel cinema che spesso non viene considerato con la giusta attenzione, oltre a stimolare un importante scambio culturale con una realtà lontana. L’intento del DFF è di raccontare una Nuova Cina, non solo economica e politica (come quella che viene più comunemente percepita), ma giovane e vitale, che vede lo sviluppo di una sottocultura cinematografica anche nella Cina continentale e non solo tra Hong Kong e Taiwan.
Rita Russo
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