La 33esima edizione del Torino Film Festival, sotto la direzione artistica di Emanuela Martini, si è aperta il 20 Novembre in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi con l’esecuzione della Marsigliese, a cura dei ragazzi del Conservatorio di Torino, sullo sfondo dei colori della bandiera francese. Madrina di questa edizione è l’attrice fiorentina Chiara Francini.
Inaugura il vasto programma della kermesse, nella sezione Festa Mobile, la proiezione del film Suffragette di Sarah Gavron, scritto da Abi Morgan, con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter e Meryl Streep. La pellicola, nelle sale a partire da marzo 2016, racconta della condizione delle donne a Londra all’inizio del Novecento, tra battaglie, pregiudizi e persecuzioni.
Il programma della manifestazione piemontese prevede 158 film, 50 anteprime mondiali e 71 anteprime italiane. Ricerca, scoperta e innovazione, sono le tre parole chiave che connotano il TFF, che volge lo sguardo ai giovani esordienti.
Filo conduttore delle pellicole presenti al festival sono: le radici, la famiglia, le donne e il rapporto con i genitori. In particolare il concorso ufficiale è incentrato su opere che affrontano tematiche legate ai giovani e ai problemi della vita quotidiana, in una prospettiva che oltrepassa i confini e si estende anche agli altri popoli. Notte da brivido il 22 Novembre per la maratona dedicata al cinema horror con tre titoli inediti: The Devil’s Candy, The Hallow e Febraury. In concorso nella sezione Torino 33 quattro film italiani. Ecco alcune delle pellicole più attese: l’australiano The dressmaker di Jocelyn Moorhouse con Kate Winslet, Liam Hemsworth e Judy Davis, che racconta di come il ritorno nella città natale stravolgerà la vita della protagonista che si vendicherà di essere stata cacciata dalla sua terra; High-Rise di Ben Wheatley tratto dal romanzo Il condominio di James G. Ballard, con protagonista Luke Evans; A Simple Goodbye, un emozionante dramma autobiografico per l’opera seconda di Degena Yun; nella sezione Festa Mobile, Bambini nel Tempo di Roberto Faenza e Filippo Macelloni, un viaggio a partire dagli anni ‘50 attraverso l’immagine dell’infanzia che è anche fotografia delle radicali mutazioni culturali del Bel Paese; Coma opera prima della giovane documentarista Sara Fattahi, che rappresenta una riflessione simbolica, complessa e feroce sul tragico destino di un paese; Brooklyn di John Crowley scritto da Nick Hornby e interpretato dalle giovani promesse Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domhnall Gleeson, sulla nuova vita che attende l’irlandese Ellis dopo aver lasciato la sua terra e la sua famiglia; La felicità è un sistema complesso diretto da Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea, presente anche in veste di giurato, che dopo Non pensarci tornano insieme per questa nuova pellicola che vede nel cast anche Giuseppe Battiston e l’israeliana Hadas Yaron; altro italiano in concorso, il film documentario tra realtà e finzione di Mario Balsamo Mia madre fa l’attrice; Colpa di comunismo di Elisabetta Sgarbi, altra pellicola italiana in concorso, con le musiche di Franco Battiato, sulla difficile vita di tre badanti rumene; Iona del regista britannico Scott Graham con Ruth Negga e Ben Gallagher che devono fare i conti con un passato che non riescono a dimenticare nemmeno protetti dal mare che li circonda sull’isola dove sono le loro radici; Just Jim primo lungometraggio del regista britannico Craig Roberts con Emile Hirsch; The Lady in the Van di Nicholas Hytner sulla strana amicizia tra il commediografo Alan Bennett e un’eccentrica senzatetto, Miss Mary Shepherd, interpretata da Maggie Smith; I racconti dell’orso di Samuele Sestieri e Olmo Amato che con pochi mezzi disponibili riescono a realizzare un’opera interessante e originale; Lo scambio, primo lungometraggio di finzione firmato Salvo Cuccia, ultimo italiano in concorso, basato su fatti realmente accaduti a metà degli anni ’90; infine l’americano God Bless The Child, docu-dramma diretto dai registi Robert Machoin e Rodrigo Ojeda-Beck.
Nicoletta Chiorri
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