Quando un broker viene accusato di truffa e condannato a 13 anni di carcere, dovrà riporre tutte le sue speranze nell’uomo che sino a poco tempo prima gli lavava l’auto e che ora lo addestra alla vita in prigione.
Se la trama sembra quella di un film duro film d’azione, basta leggere che la storyline è scritta dallo storico duo Ferrell-Mackay, che avevano già lavorato insieme al divertentissimo Step Brothers ed i geniali Anchroman; questa volta però tutto avviene senza lo zampino di un grande nome che gli ha accompagnati in passato: Judd Apattow (che dovrebbe mettervi la pulce nell’orecchio per film come “This Is 40” , “The 40 years Old Vergin” o “Molto Incinta- Knocked Up”) e questa smagliatura si fa sentire, soprattutto sull’evoluzione dei personaggi: se Ron Burgandy aveva delle sottigliezze che caratterizzavano il personaggio, qui ciò avviene solo su Will Ferrell lasciando in secondo piano Kevin Hart.
Non ostante tutto il film è pieno di spassosissime gag e, se siete amanti della nuova commedia americana (quella di Apattow, per interderci) allora non perdetevi l’appuntamento, altrimenti andatelo comunque a vedere a vostro rischio e pericolo per la forte volgarità.
Sostanzialmente la domanda posta all’inzio è: “Get Hard (inevitabile doppio senso) è un film che vale al pena vedere?” è ovvio che non stiamo parlando di German Jr, o Tarr, o Fincher o Scott, e che non possiamo andarlo a vedere tenendo conto le evoluzioni tecniche compite dai formalisti russi perchè saremo davanti ad un film che chiede una sola cosa allo spettatore: spegnere il cervello (nemmeno il cellulare, solo il cervello) e lasciarsi andare ad una comicità che non è la solita delle teen-comedy americane.
Alessandro Bertoncini
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