Reduce dal successo del primo capitolo, Seth MacFarlane ritorna a dirigere Mark Wahlberg e a dare voce all’orsacchiotto che ha fatto impazzire ( nel bene e nel male ) il pianeta, con Ted 2.
Questa volta però l’autore dei Griffith cade nella trappola che sembrava aver evitato nei precedenti film: se in Ted e A Million Ways To Die In The West prediligeva una forte dose di sarcasmo e battute politicamente scorrette, anche il prevedibile finale “buonista” non risultava troppo “americano”.
Qui, invece, MacFarlane aumenta la dose di volgarità (da antologia la scena in cui a Wahlberg cade lo sperma addosso) ma si ha la sensazione di essere sempre davanti ad un film velato, in cui è impossibile evitare sempre il discorso di quanto l’America, anche con i suoi difetti, sia un grande paese e che l’uomo è un essere buono perché capace di provare emozioni. Certo, con questo non si può certo dire che sia un racconto melenso, però è sicuramente più debole del suo predecessore, nonostante le grandi risate.
Spaventose le animazioni date al pupazzo che sono veramente realitiche e si amalgamano benissimo con il dettaglio e gli incarnati del live action. Ottima la fotografia (tranne per delle notturne a volte troppo luminose).
Alessandro Bertoncini
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