Trieste Film Festival: i premi

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La 25esima edizione del Trieste Film Festival (17-22 gennaio) quest’anno ha deciso di premiare l’impegno del Nuovo Cinema Uzbeko che fonde il filone del documentario a quello “recintato” della psiche umana, laddove i ghiacci della Penisola di Kola, all’interno della vasta area del Circolo Polare Artico, fanno da sfondo ad un villaggio ostile e isolato, in cui tre donne russe aspettano il ritorno dei propri mariti in missione su un sommergibile atomico.

Presentato in nove festival e ogni volta premiato, accuratamente censurato in patria, con il look tipico dei film a basso costo, Styd (Shame) del regista uzbeko Yusup Razykov parte da incidenti realmente avvenuti in manovre militari, in cui gli arsenali russi dotati di potenti reattori nucleari, hanno procurato dei danni all’equilibrio ambientale, per raccontare la storia universale delle donne che in una condizione di subalternità impotente, aspettano il ritorno dei mariti nei malinconici condomini che il razionalismo sovietico di età staliniana ha costruito ovunque, vivendo nell’attesa e vedendo nella guerra che combattono i loro mariti, l’unica ragione di vita, come dirà una delle protagoniste.” Abbiamo bisogno di una guerra, non sappiamo come vivere in un altro modo, che cosa siamo senza guerra … siamo tutte sposate alla guerra ”.

Toni più leggeri e piglio meno impegnato per i vincitori della sezione miglior documentario, il cui premio è andato ad ex-aequo a The Special Need  di Carlo Zoratti e Stream of Love, dell’ungherese Ágnes Sós, premiata anche con il riconoscimento “Espansioni”, istituito quest’anno per la prima volta e conferito, dalla rete che porta lo stesso nome, a una donna che si è distinta nel settore cinema. The special need racconta con delicatezza, una necessità speciale, quella di Enea, autistico fin dalla nascita, che desidera fare l’amore per la prima volta, trovando aiuto nei suoi due amici che attraverso un piccolo viaggio cercano di rendere la sua diversità l’unica certezza in un mondo fatto solo di ostacoli imprevedibili. Invece Stream of love cerca di affrontare lo stesso tema ma da un’altra prospettiva, quella di un ottantenne in un villaggio rumeno che rivela davanti alla telecamera i suoi pensieri e i suoi sogni più intimi. Un’esplorazione realistica che mostra come i giochi d’amore e il romanticismo di una volta continuino a prosperare nel mondo arcaico e  isolato della campagna. Coraggioso è il premio assegnato al miglior cortometraggio, dal titolo Boles della regista slovena Špela Čadež, che attraverso una storia animata in stop motion, cerca di raccontare l’imprevedibilità dell’amore quale forza innata per superare i prediudizi dei rapporti umani.

Lista completa dei premi assegnati:

 Premio Miglior lungometraggio: Styd di Yusup Razykov

 Premio Miglior documentario (ex-aequo): The Special Need di Carlo Zoratti e Stream of Love di Ágnes Sós

  Premio Miglior cortometraggio: Boles di Spela Cadez

  Premio Corso Salani: Voglio dormire con te di Mattia Colombo.

  Premio Mattador per il miglior soggetto: L’uomo di celluloide di Alessandro Padovani.

  Progetto Selezionato a Midpoint, Central European Script Center di Praga:

  My Last Birthday In Yugoslavia, di Bojana Vidoslajevic

 Danilo Canzanella

 

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