Film più costoso fino ad oggi della storia del cinema francese, basato sul fumetto di Pierre Christin e Jean-Claude Mézières, primo capitolo di una possibile trilogia.
Fumetto che ha avuto pochissime pubblicazioni in Italia, quindi sconosciuto a molti, ma naturalmente non ai francesi (la Francia è il suo Paese d’origine) e a Luc Besson che, come ha decisamente affermato in conferenza stampa, lui è cresciuto leggendo quei romanzi grafici.
Cominciamo con l’apertura, una delle più belle di sempre della storia del cinema fantascientifico.
Con la canzone Starman che non può non farti subito commuovere perché pensi subito alla ancor recente scomparsa di David Bowie, viene mostrata la nascita e l’espansione della stazione orbitale Aplha, simbolo del tentativo di unione tra i diversi popoli della Terra prima, e in seguito anche con ogni genere di razza aliena. Finché Alpha non diventò troppo grande per restare così vicina alla Terra, e quella che ormai è una città intraprende un lungo viaggio nel cuore dell’Universo.
Una partenza accompagnata grazie a un’altra grande scelta di Luc Besson: il cameo di Rutger Hauer, un attore che ha fatto la storia della fantascienza grazie a Blade Runner.
Passano i secoli, e la storia si sposta sul pianeta Mül, un vero paradiso alieno, abitato da una popolazione umanoide in perfetta armonia con la natura che li circonda. Un mondo felice destinato a finire quando dal cielo cominciano a piovere bombe e detriti…
Sogno, o realtà? Questa è la scena che ha sognato Valerian, giovane Maggiore del Governo che si occupa di mantenere la pace tra i popoli dell’Universo. Non ha tanto tempo per approfondire la vicenda, perché è atteso da un’importante missione insieme alla sua partner Laureline, di cui è innamorato, ma non corrisposto: la bella ragazza non sembra fidarsi del suo passato da Don Giovanni.
Il loro compito è recuperare un “Convertitore Mül”, ultimo esemplare della sua specie. Missione che, seppur con qualche imprevisto, va a buon punto, ma i problemi sono appena cominciati: strani esseri vogliono il Convertitore. Il motivo? È più complicato di quello che sembra…
Luc Besson non ha impiegato tante risorse economiche solo per realizzare un’opera puramente maestosa, ma anche poetica. E se per gli effetti speciali è impossibile non restare colpiti quasi come alla prima visione di Avatar, in quanto a poesia siamo sicuramente più avanti rispetto al grande capolavoro di James Cameron.
Da non conoscitore del fumetto originale ho invece rivisto l’atmosfera di un’altra grande opera di fantascienza: Capitan Futuro di Edmond Hamilton.
Non tanto in relazione ai protagonisti. Valerian è forte, coraggioso, ma non puro come Curtis Newton che si, anche lui opera per conto del Governo del Sistema Solare di James Carthew, ma non obbedisce ciecamente agli ordini, ma fa sempre la cosa che ritiene più giusta. E su questo Valerian deve ancora crescere molto…
Anche Joan Randal, compagna di Capitan Futuro sia dal punto di vista lavorativo che sentimentale, è coraggiosa come Laureline, ma non dura e cinica come quest’ultima.
Ciò che ricorda di più Capitan Futuro è appunto l’atmosfera, o meglio, l’universo che circonda Valerian e Laureline. Uno spazio bellissimo, in cui i protagonisti vivono adrenaliniche avventure, abitato da tante creature pacifiche e gentili ma anche da esseri decisamente malvagi e pericolosi, spesso umani. Come nel nostro caso.
“Valerian e la città dei mille pianeti” può sembrare il solito film ambientalista e, come va fin troppo di moda oggi, buonista, ma invece è molto di più di questo. Questi messaggi ci sono ma sono inseriti nella maniera migliore insieme a tanta azione (con DeHann decisamente al top sia come “Robocop” che guerriero antico), avventura, tecnologia innovativa e anche umorismo.
C’è anche derisione per parlare di tutto questo, ma per fortuna viene usata nei momenti ideali e non durante scene che sono invece ricche di furia verso i carnefici, o di empatia per i poveri Pearl.
Dane DeHaan e Cara Delevingne si dimostrano dunque ideali per rappresentare degli eroi non stereotipati come spesso succede al giorno d’oggi, e saranno apprezzati in Italia anche per l’ottimo doppiaggio.
Nonostante sia stato realizzato in tempi molto e ad essere onesti inutilmente rapidi, Davide Perino e Valentina Favazza non fanno affatto sfigurare le voci originali (e possiamo dirlo avendo potuto visionare in anteprima il film in entrambe le versioni), soprattutto nelle scene hot, nonostante entrambi abbiano recitato da soli in studio. Intesa automatica anche in questi casi quando si è dei veri fuoriclasse.
Oltre a loro, non possiamo non elogiare anche le interpretazioni di Clive Owen, Ethan Hawke, Sam Spruell, e particolare menzione merita… Rihanna. La grande e bellissima cantante è stata scelta fin da subito da Luc Besson per il ruolo dell’aliena mutaforma Bubble, e in quei minuti ruba decisamente la scena, con omaggi ai grandi musical, ma anche a Shakespeare in tutte le sue forme.
“Valerian e la città dei mille pianeti” è un film che riesce a portare freschezza nel genere fantascientifico, e con la speranza che le sue avventure tornino in futuro sul grande schermo, in Italia potremmo tutti vederlo a partire da giovedì 21 settembre 2017.
Valerio Brandi
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