West-Coast, esordio alla regia per Benjamin Weill

Dal montaggio alla regia per Benjamin Weill. Su Netflix disponibile la sua opera prima che, seppur piena di difetti, diverte.

Copkiller, Delete, King Kong & Flè-O sono un gruppo di amici che vivono nella campagna francese, emarginati dai compagni di scuola che li ritengono dei perdenti, si rifugiano nell’immaginario della west-coast americana e vanno in giro nella Francia rurale decantando il rap statunitense sino a che, per amore, il gruppo non finisce in un guaio e devono recuperare una pistola prima che sia troppo tardi.

West-Coast è il film d’esordio di Benjamin Weill, montatore che in 10 anni di carriera è passato per titoli come Point Blank, Mea Culpa & Anything for Her ( da cui deriva il bellissimo remake americano di Paul Haggis “The next three days” ) e che ora si diletta a dirigere un lungometraggio. I personaggi del film sono come il loro regista: sognano l’America, fantasticano su un qualcosa di ben più grande di loro ma che non si possono permettere. Weill, proprio come un ragazzino, gioca a fare l’americano ( lo prova anche la sua filmografia da montatore di film action), ma non ne ha le possibilità, non basta far vedere questi ragazzini che vanno in bici con brani rap a tutto volume sul’iphone, le onde che si infrangono sugli scogli e la colonna sonora in stile singer-songwriter, perchè ciò che è totalmente distante sono i posti, la cultura francese ed una storia che non si addice alle ambizioni cinefile del regista: nulla è interessante sino agli ultimi 20 minuti di film, Weill prova a creare da laboratorio un gruppo di amici su modello di quelli di Stand by me e di recente ci hanno provato anche i Duffer Brothers (quanto erano maginifici i loro ragazzi che combattevano contro i mostri ed i militari nell’Indiana anni ’60), ma quella di stringer things era una battaglia sociale, c’era un discorso politico di fondo estremamente forte che rafforzava il tutto e quindi portava ancora più senso di unione tra i quattro amici. Qui Weill mette troppa poca carne al fuoco e ne esce un film povero che potremmo prenderlo  come un ritratto della generazione 2000.

Peccato perché la confezione c’è e negli ultimi venti minuti ci si diverte. Resta un film da guardare su Netflix, la domenica sera nel caso abbiate già provato tutto il resto del catalogo.

Alessandro Bertoncini

 

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